Sabrina D’Alessandro. Resurrezioni, Insurrezioni, Azioni 2009-2021


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Il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia, fino al 20 marzo 2022 ospita un inedito progetto espositivo dedicato a Sabrina D’Alessandro e al suo URPS, Ufficio Resurrezione Parole Smarrite. L’attività di questo Ufficio, fondato dall’artista nel 2009, consiste nel ricercare parole poco o per nulla usate e nel riportarle all’attenzione trasformate in opere d’arte visiva e performativa (video, sculture, installazioni, azioni), ma anche in libri e rubriche illustrate. Così il pluriennale lavoro di ricerca e divulgazione dell’artista milanese ha creato un nuovo connubio tra arte e lessicografia, contribuendo in modo sostanziale a ispirare anche l’interesse per il tema delle parole rare o in via di estinzione, oggi sempre più diffuso in ambito accademico, editoriale, mediatico.


La mostra, a cura di Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, ripercorre i momenti cardine del lavoro dell’artista dall’anno di fondazione dell’Ufficio Resurrezione a oggi e si articola negli spazi del piano 0 del Centro. La sala 1 ospita l’installazione sonora Parole parlanti (2001-2021), attraverso cui Sabrina D’Alessandro restituisce ai vocaboli ritrovati il loro valore di opere d’arte. Seperoso, raplaplà, redamazione… parole preziose, incise in oro a caldo su tela rossa. La prima percezione è quella di un brusio generale, metafora dell’offuscamento e del graduale smarrimento delle parole nel mare magnum di un linguaggio in continua evoluzione; avvicinandosi a ciascuna parola, emerge poi la sua voce distinta: un motto, un aforisma, una poesia attraverso cui l’artista ne evoca e ne interpreta il senso. Il lavoro di Sabrina D’Alessandro gioca sempre fra domande e risposte che creano a loro volta cortocircuiti e nuove domande. Fino ad arrivare all’opera in marmo, acciaio e ottone in mezzo alla sala: il Farlingotto.
La sala 2 presenta opere basate sulla dimensione antropologica e psicologica, come i “ritratti della personalità” (2010-2016), macchine “psicomagiche” prodotte dal Sabrina D’Alessandro dopo aver vissuto per due giorni nella casa del soggetto ritratto e aver partecipato al suo quotidiano. È poi allestita la XVI tappa del Terriculoso Censimento Peculiare, installazione itinerante che invita il pubblico a scegliere “la parola del passato che esprime il difetto umano più diffuso nel presente”. Chiude la sala l’installazione inedita Redamare, ovvero amare ed essere amati. Parola con cui D’Alessandro ha composto il gioco della campana.
La sala 3 presenta una panoramica delle opere video di Sabrina D’Alessandro, dalle poetiche video-parole (2010-2013), “frammenti di bellezza” ripresi per caso e poi associati a una parola, ai binomi linguistici mimati dalla Divisione Mutoparlante (2015), passando per le poliglotte Parole al balcone (allestite a Suzzara nel 2018 e declamate da una banda musicale) e la visionaria Guizzìpeda: gara podistico-linguistica (2021) in cui i corridori hanno dato il loro fiato e le loro gambe alle parole del respiro. Fino alla parola antichissima e modernissima ritrovata durante la quarantena del 2020, Affatato: invulnerabile… per incantamento.

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