Disegnare la città


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“Disegnare la città”, all’Accademia Albertina di Torino fino al 1 marzo 2022, non è una semplice mostra ma un viaggio nella storia dell’arte e dell’architettura torinese che, coinvolgendo un gran numero di istituzioni cittadine, vuole ritrovare nel passato le sinergie e le ispirazioni utili al nostro futuro. Il progetto intende evidenziare il periodo tra Ottocento e Novecento, quando l’Accademia Albertina fu una fucina di formazione e ricerca che contribuì a definire la nuova immagine di Torino nel processo di trasformazione da città capitale a città industriale e ciò che fu attorno ad essa, attraverso un percorso fatto di disegni architettonici e preziosi e affascinanti progetti decorativi, solitamente inaccessibili al pubblico.


L’eclettismo è lo stile principale del tempo indagato dal progetto. A inizio Novecento, in contemporanea con l’approccio eclettico, si diffonde il Liberty che, a partire dall’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna del 1902, trova nell’Albertina terreno fertile di sperimentazione.
A Torino le pianificazioni della seconda metà dell’Ottocento sono esempi di sperimentazione di una nuova immagine urbana, sintesi di decoro e qualità dello spazio pubblico. Il disegno uniformato degli isolati, in prosecuzione della griglia urbana romana e soprattutto barocca, si accompagna a novità compositive come bovindi, torrette, abbaini e decori con figure umane, ritratti, fregi, timpani, cornici a stucco o in litocemento, che interpretano con fantasia e forse anche ironia, i dettami della storia.
Nelle sale della Pinacoteca Albertina sono esposti gli acquerelli di Giulio Casanova (1875 – 1961), docente di Decorazione che con grande maestria ideò e dipinse gli elementi artistici dei suoi straordinari progetti: dal caffè Baratti & Milano in piazza Castello a Torino, al Treno Reale concepito in preparazione del matrimonio tra Umberto di Savoia e Maria José del Belgio e ancora oggi a servizio della Presidenza della Repubblica. Opere originali solitamente conservate nel caveau dell’Albertina e che sono esposte accanto ad immersive scenografie multimediali che gli allievi di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti hanno progettato e realizzato nei mesi scorsi.
Si tratta quindi di un progetto espositivo che vuole far riaffiorare l’energia creativa e propositiva che trasformò Torino negli anni della Belle Époque. Decenni di fervore in cui l’arte dei maestri dell’Albertina come Giulio Casanova era a servizio di un poliedrico ventaglio di committenti, dal mondo ecclesiale (in mostra anche i progetti per la teca della Santa Sindone e per l’urna di San Giovanni Bosco) a quello civile, che ha nelle Poste Centrali di via Alfieri il suo esempio più significativo.
Coordinati da Paola Gribaudo, Presidente dell’Accademia Albertina e ideatrice del progetto sostenuto anche dal Direttore Edoardo Di Mauro e dal Consiglio Accademico, hanno collaborato alla mostra e al relativo catalogo: Guido Montanari, curatore della sezione dedicata alla storia dell’architettura e della città, Giorgio Auneddu Mossa, studioso dell’opera di Giulio Casanova, e Andrea Merlotti che propone una inedita lettura dei progetti del treno reale, tra antichi simboli e nuovi messaggi di una “reggia viaggiante”.
Il catalogo, che raccoglie i contributi di tutte queste istituzioni, è edito da Albertina Press in co-edizione con Gli Ori – Editori Contemporanei.

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