La leggerezza della scultura, “La forma nella natura”


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Stone, 2016, cm 130 x 130 h.130

È aperta al pubblico da domani, 13 ottobre, fino al 15 dicembre la mostra annuale dedicata alla scultura all’aperto “La leggerezza della scultura”, nel Parco dell’Arte a Cerrina (AL), giunta quest’anno alla tredicesima edizione e dedicata al poliedrico lavoro di Daniele dell’Angelo Custode (Nardò, Lecce, 1961).

La mostra è progettata dall’I.N.A.C., Istituto Nazinale d’Arte Contemporanea, in collaborazione con l’Université Paul-Valéry, Montpellier III (Francia) e con il Centro di Ricerca Interdisciplinare in Scienze Umane e Sociali di Montpellier (Francia) e aderisce alla XIV Giornata del Contemporaneo indetta dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (AMACI). È curata da Anselmo Villata e patrocinata da Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, Comune di Cerrina, Université Paul-Valéry di Montpellier III (Francia), AMACI, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

L’artista ama la luce e con essa ci gioca, stuzzicandola e catturandola per modellarla dentro le sue opere. Per rendere ancora più efficace l’unione tra scultura e paesaggio, soprattutto l’azione e il variare luminoso, Daniele dell’Angelo Custode impiega, in modo preferenziale, due materiali assolutamente in antitesi nel risultato finale, ossia l’acciao corten e l’acciaio lucido. Il primo è opaco, ruvido, assorbente i raggi luminosi, ma le sculture con questo realizzate presentano superfici piane, piuttosto estese, interrotte da forme “vuote” che lasciano vedere al di là, cosicché la realtà ambientale diventa parte integrante della scultura e si confronta con l’iconografia geometrica e astratta dell’opera, mettendo in atto un certo razionalismo progettuale e compositivo. L’altro materiale prediletto è l’acciaio lucidato a specchio, modellato come se fosse particolarmente duttile anziché duro, resistente. Le opere in acciaio, inoltre, presentano le superfici scosse da movimenti ondulatori irregolari che provocano rilievi e avvallamenti profondi, accartocciamenti, e rispecchiano l’ambiente circostante frantumandolo, distorcendolo, amplificandolo, riducendolo e creando giochi di luce effimeri, unici e irripetibili. Qui, la casualità dell’ambiente che interferisce nello specchiamento è sostanziale nell’approccio con l’osservatore e l’opera non è mai uguale a se stessa, anche quando rimane nello stesso posto, ma muta con lo scorrere del tempo.

La mostra è corredata da un volume, collana Arte Visiva, Edizioni Verso l’Arte, di 60 pagine, interamente a colori, su cui sono riprodotte tutte le opere esposte, la biografia dell’artista, i testi critici di Anselmo Villata, Presidente dell’I.N.A.C., Frédérique Malaval, Université Paul-Valéry Montpellier III (Francia), l’introduzione dell’Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, la presentazione di Aldo Visca, Sindaco di Cerrina.

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