After the Tribes Beverly Barkat


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After the Tribes, Boncompagni Ludovisi, photo by Vartivar Jaklian

Il Polo Museale del Lazio, in collaborazione con l’Ambasciata d’Israele in Italia, la Fondazione Italia – Israele per la Cultura e le Arti e Nomas Foundation, presenta al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, una mostra dedicata a Beverly Barkat (Johannesburg, 1966) “After the Tribes Beverly Barkat” curata da Giorgia Calò e aperta al pubblico fino al 31 dicembre prossimo.

Si tratta di un’installazione site specific, per la cui realizzazione l’artista è partita dalla materia e ha lavorato sulla sua stratificazione, per generare un’opera che vive di vita propria, ma dialoga armonicamente con il luogo che la ospita. Un viaggio evocativo e fluttuante, che questa volta affonda le radici nel Vecchio Testamento alle origini della storia del popolo ebraico.

Questa installazione ripercorre una storia millenaria riportandola nel presente, creando un sottile dialogo tra lo sguardo dei visitatori, il lavoro dell’artista e la sala del Museo.

L’opera è una torre di quattro metri, ben connessa al terreno ma al contempo trascendente, collocata nello splendido Salone delle Vedute, che ospita le pitture murali dei viali alberati e del parco di Villa Ludovisia. Le forme geometriche primarie che decorano sia gli interni che le facciate del villino novecentesco vengono in parte riprese nelle linee dell’opera di Barkat, creando così una dialettica tra antico e contemporaneo. L’architettura metallica è scandita in dodici riquadri che rappresentano le dodici tribù d’Israele da cui discende il popolo ebraico.

Ognuna delle dodici tribù si distingueva per una specifica trama cromatica, riproposta sugli stendardi e sulle pietre preziose che decoravano i pettorali dei Sacerdoti. Questi stessi colori sono stati ripresi dall’artista attraverso un complesso percorso di ricerca, raccolta, catalogazione e riutilizzo di materiali della propria terra. Conchiglie, pietre stratificate o semi-preziose, sabbia, roccia e argilla provenienti dalle caverne, dal deserto, dal mare e dalle montagne di Israele diventano i colori essenziali e concettuali dell’installazione di Barkat.  I dodici dipinti circolari si offrono allo sguardo del visitatore su entrambi i lati. Il lato ruvido e materico è quello su cui ha lavorato direttamente l’artista, l’altro si scorge dalla trasparenza stessa del supporto in pvc che ne mostra gli strati di colore, i segni e la loro reale consistenza sotto una pellicola liscia e lucida.

Riferimenti materici, cartografici, cabalistici e simbolici trasformano “After the Tribes” in un viaggio che ci conduce attraverso una storia millenaria, per ritornare al contemporaneo riflettendo sulle origini dei popoli, oltrepassando ogni contingenza politica.

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