Il Museo Nazionale Romano, Palazzo Massimo di Roma, fino al 12 gennaio 2025 ospita la mostra dedicata all’artista Massimiliano Pelletti. Il progetto espositivo, intitolato “Versus” a cura del direttore del Museo Stéphane Verger, è un’operazione site specific, dove le opere realizzate da Pelletti, tutte inedite, dialogano con la collezione permanente di scultura antica.
Promossa dal Ministero della Cultura, dal Dipartimento per la Valorizzazione Culturale, dai Musei Italiani e dal Presidente Commissione Cultura Camera dei Deputati, la mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Barbara Paci, che ne ha curato, assieme all’artista, l’ideazione e l’organizzazione.
L’esposizione racconta il dialogo di confronto tra le opere, quelle della collezione museale e quelle create ex novo, che viene alimentato da una riflessione sulla dialettica azione inazione, coazione all’attività contemplazione. Una meditazione sulla natura umana e sul nostro tempo, in cui si privilegiano le azioni a breve termine che garantiscano un risultato rapido, immediato.
Nella collezione di Palazzo Massimo, Pelletti ha selezionato una serie di opere recuperando i modelli classici e riproponendoli con materiali naturali insoliti e rari, utilizzati per la prima volta in scultura, per poi creare una nuova serie di sculture che offrano all’osservatore un contraltare, una dimensione speculare contemplativa o alterazioni che stimolino una potenziale narrazione alternativa nell’osservatore. Accorciando i tempi in maniera macroscopica, le azioni stesse si trasformano in reazioni, riducendo drasticamente la componente dell’esperienza in eventi minimi, che non incidono profondamente sulla dimensione cognitiva e creativa.
In questo contesto, all’insegna della produzione senza limiti che pervade ogni aspetto della nostra vita e la diffusione dell’iper tecnologia digitale che in realtà non produce relazioni ma solo connessioni, il concetto di riposo e inazione risultano elementi decorativi se non recuperati nel ritmo circadiano impiegatizio abituale.
Negli spazi espositivi di Palazzo Massimo, spazi che stabiliscono una relazione diretta con la memoria, si tratta di un’operazione site specific, per cui le opere vengono concepite, realizzate e progettate nel contesto del percorso espositivo museale già presente, per dialogare con la collezione permanente di scultura antica, articolando così la sintassi dello spazio in modo da attivare una dialettica significante, che coinvolga opere sia contemporanee che classiche, lo spettatore e il contesto architettonico-spaziale che le ospita.
Si tratta di un progetto calibrato sulla collezione e sul genius loci del Museo, dove il fulcro è rappresentato dal mettere in discussione il tema odierno dell’inattività contemplativa percepita come debolezza, mancanza e incompletezza in questa nostra società della prestazione e della funzionalità, ma che qui diventa espressione artistica guidata da un principio fondamentale, quello della forma.