“1950-1970 La grande Arte italiana” è allestita nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino fino al 2 marzo 2025, dedicata ai capolavori degli artisti italiani del secondo dopoguerra e riunisce, per la prima volta, un corpus di 80 opere provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
L’esposizione celebra il trentennale rapporto tra la soprintendente Palma Bucarelli e un gruppo di artisti eccezionali e mette anche in risalto la ricchezza delle collezioni del museo romano. Sono presenti le opere di 21 artisti che hanno animato una stagione senza precedenti nel panorama dell’arte contemporanea italiana. Tra questi troviamo nomi di spicco come Ettore Colla, Pino Pascali, Alberto Burri, Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto.
Questa mostra è stata prodotta dai Musei Reali di Torino in collaborazione con Arthemisia e curata dalla direttrice della GNAM, Renata Cristina Mazzantini, insieme a Luca Massimo Barbero.
Il progetto è stato reso possibile grazie all’impegno di Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura e direttore delegato dei Musei Reali di Torino.
Il percorso espositivo si apre con opere emblematiche di Ettore Colla e Pino Pascali, introducendo il visitatore in un viaggio emozionante tra le correnti artistiche del dopoguerra. Capogrossi, con i suoi ideogrammi, viene presentato attraverso capolavori monumentali degli anni ’50 e ’60.
Prosegue, poi, con una riflessione sul tema della materia, oggetto primario delle ricerche artistiche di quel periodo. In questa sezione sono presenti opere di Lucio Fontana con i suoi “Concetti spaziali-Buchi” e Alberto Burri, che presenta un’opera aurorale come il “Gobbo” del 1950.
La mostra offre anche un approfondimento sull’astrazione, con opere di Afro e Piero Dorazio. Questi due artisti, insieme a Consagra, hanno segnato il successo dell’arte italiana negli Stati Uniti. Entrambi sono rappresentati da opere straordinarie, che preparano il pubblico a un confronto tra due giganti dell’arte contemporanea: Fontana e Burri. Questo dialogo culmina in una sezione dedicata, un omaggio che mette in risalto le affinità e le differenze tra i loro stili.
In un altro spazio espositivo, la città di Roma emerge come protagonista, mostrando opere significative di Mimmo Rotella, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Tano Festa e Carla Accardi. Accardi, in particolare, avrà una saletta monografica dedicata, che offre un’intensa immersione nella sua visione artistica.
Un’altra parte cruciale della mostra è rappresentata dal confronto tra Piero Manzoni e Franco Angeli, entrambi amici e collaboratori. Angeli presenta un potente monocromo nero, mentre a Michelangelo Pistoletto è dedicata una saletta con un grande quadro specchiante del 1968. Questo spazio invita il pubblico a riflettere sulla capacità di Pistoletto di unire l’arte alla vita quotidiana. Infine, l’esposizione culmina con una sezione dedicata a Mario Schifano e Pino Pascali. Pascali, che nel 1966 espose le sue “Armi” nella galleria torinese di Gian Enzo Sperone, riesce a unire idealmente Roma e Torino, anticipando l’Arte povera e dimostrando l’importanza del dialogo tra le diverse correnti artistiche.
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