Simone Gori / Martina Morini


Stampa

Sono in corso in contemporanea al MudaC, museo delle arti Carrara, due mostre personali: “Simone Gori. Pars Caeli”, fino al 9 marzo 2025 e “Martina Morini. Aliens”, a cura di Cinzia Compalati, fino al 5 gennaio 2025 in cui, attraverso il loro personale punto di vista, i due artisti esplorano nuovi linguaggi comunicativi e permettono al visitatore di intraprendere un viaggio emozionale a metà tra arte, scienza e attualità, dove, al centro è la natura come forma artistica perfetta, celebrata nelle sue mille sfaccettature.

Simone Gori, Radicondoli, 2021, stampa su acciaio lucido, 600×550 cm circa, particolare

Le due mostre sono promosse dal Comune di Carrara e prodotte dal mudaC │museo delle arti Carrara, nell’ambito della XX edizione della Giornata del Contemporaneo AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea italiani).

Gea Dazzi, Assessora alla Cultura del Comune di Carrara, così motiva le mostre: “Si tratta di due mostre che per le tematiche affrontate, la ricerca di uno spazio cosmico come spazio dell’introspezione in Simone Gori e la rappresentazione dello spazio terra come spazio naturale da salvaguardare in Martina Morini abitano la scena del nostro mudaC di quelle istanze attuali e urgenti che lo connotano sempre più come luogo vocato alla riflessione sulla contemporaneità”.

Mentre Cinzia Compalati, direttore del MudaC e curatrice delle mostre, dichiara: “Questi due progetti, in dialogo e a confronto, dimostrano quanto l’artificio dell’arte, sia imprescindibile dalla natura a cui si ispira e da cui gli artisti, da sempre, hanno tratto insegnamento. Quella di Simone Gori è una visione poetica, sublimata e interiorizzata del Creato, guardato con lo stesso stupore degli occhi di un bambino. Gli fa da contraltare il punto di vista di Morini – lucido e analitico – che riesce a farci empatizzare con il tema della globalizzazione calandolo nella realtà di ciascuno di noi”. 

“Il creatore di nuvole”, come ama auto-definirsi Simone Gori legandosi al titolo di una sua installazione del 2019, incanta con la ricostruzione della volta celeste e riprende il sole, la luna e le nuvole, nella sala dedicata alle esposizioni temporanee. Pars Caeli approfondisce i temi siderali e omaggia la spettacolarità del cielo nel suo costante e impercettibile movimento, un po’ come la vita che scorre inesorabile, spesso nascondendosi tra ricordi e memorie. In una pluralità di materiali e tecniche, da piccole sculture a grandi installazioni ambientali, crea un dialogo perenne tra il contesto, l’arte e le persone. Aliens (2020-2024) di Martina Morini racconta della trasformazione del paesaggio toscano e usa la pianta di fico come simbolo che le dinamiche globali stanno cancellando. Il suo è un racconto completato da materiale cartografico, con l’apporto della metodologia del citizen science (il coinvolgimento di volontari e scienziati in attività di ricerca collaborativa). Seguendo il ciclo vitale dell’insetto, che sembrerebbe essere più attivo nelle ore serali, le foto dei danni causati dall’insetto e delle piante in sofferenza, sono state scattate principalmente di notte avvalendosi della tecnica del light painting.

Share Button