In concomitanza con il decimo anniversario dalla sua apertura, il Museo Novecento di Firenze celebra Louise Bourgeois (Parigi, 1911 – New York, 2010), una delle protagoniste dell’arte del XX e XXI secolo, con la mostra “Do Not Abandon Me”, fino al 20 ottobre, curata da Philip Larratt-Smith e Sergio Risaliti in collaborazione con The Easton Foundation.
Pensata in stretto dialogo con l’architettura delle Ex Leopoldine, complesso dalla forte vocazione sociale gestito per secoli da comunità interamente femminili, l’esposizione offre un modo di apprezzare dal vivo quasi cento opere dell’artista, tra cui molte su carta, tra gouaches e disegni, realizzate negli anni duemila oltre a sculture di varie dimensioni, in stoffa, bronzo, marmo e altri materiali. Importante presenza, inoltre, è Spider Couple (2003), una delle creazioni più celebri ed emblematiche della Bourgeois, installato nel cortile del museo.
Nel complesso dell’Istituto degli Innocenti, progettato da Filippo Brunelleschi, il Museo ospita Cell XVIII (Portrait), un’opera di forte impatto visivo in potente risonanza con la storia e la collezione degli Innocenti, scelta da Philip Larratt-Smith in dialogo con Arabella Natalini, direttrice del Museo degli Innocenti, e Stefania Rispoli, curatrice del Museo Novecento.
La mostra Do Not Abandon Me, occupa quasi per intero l’edificio delle Ex Leopoldine, tra le sale al piano terra e al primo piano. Si tratta della più estesa e importante rassegna di gouaches rosse di Louise Bourgeois con un focus tematico sul motivo della madre e del bambino. Il titolo della mostra fa riferimento alla paura dell’abbandono che Bourgeois ha sempre nutrito e che in questo caso si riferisce alla diade madre-bambino, che costituisce il modello di tutte le relazioni future.
Realizzate negli ultimi cinque anni della sua carriera, le gouaches esplorano i cicli della vita attraverso un’iconografia di sessualità, procreazione, nascita, maternità, alimentazione, dipendenza, coppia, unità familiare e fiori. Per realizzarle Bourgeois lavorava “bagnato su bagnato”, il che significava rinunciare a un certo controllo sul risultato finale per accogliere il gioco del caso e del destino. Il rosso, tra i colori preferiti e più ricorrenti nel suo lavoro, evoca all’interno delle gouaches i fluidi corporei, come il sangue e il liquido amniotico. Particolarmente interessante è la collaborazione di Louise Bourgeois con l’artista britannica Tracey Emin (Margate, 1963). In mostra è presentata una serie di sedici stampe digitali su tessuto intitolata Do Not Abandon Me (2009-10), nata dall’incontro tra le due artiste. In via del tutto eccezionale, il chiostro del Museo ospita Spider Couple (2003), uno dei celebri grandi ragni dell’artista, realizzato in bronzo. La mostra è inoltre completata dall’esposizione di due importanti installazioni: Peaux de Lapins, Chiffons Ferrailles à Vendre (2006), una delle Celle dell’artista, è esposta in una sala al piano terra del museo. L’opera Cross (2002) è collocata nella ex chiesa dell’edificio rinascimentale. Infine, nell’ambito del progetto fiorentino, il Museo degli Innocenti ospita Cell XVIII (Portrait) (2000), in suggestivo dialogo con alcune delle opere più iconiche della collezione.