Genius Loci TTozoi


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Al Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese di Roma, sono esposte, fino al 15 settembre, le opere realizzate dagli artisti del duo TTozoi (Stefano Forgione e Giuseppe Rossi) in una mostra realizzata a cura di Gianluca Marziani.

TTozoi, Genius Loci, Museo Carlo Bilotti, Roma

Gli artisti hanno posto tele di iuta in ognuno di questi luoghi e hanno lasciato che si formassero muffe e si depositasse polvere sul supporto. Il processo naturale di deposito di polveri e di proliferazione di microrganismi sulla tela viene bloccato con appositi reagenti dagli artisti nel momento in cui costoro ritengono concluso l’atto creativo.
Realizzare quadri con le muffe, quelle che giacciono nei siti archeologici e raccontano la storia antica del mondo e la vita reale che attraversò quei luoghi nei secoli. Bellezza e arte che si originano dall’inaspettato. Perché è a partire da questo principio operativo e concettuale che il duo TTozoi, ossia gli artisti Stefano Forgione e Giuseppe Rossi, realizzano i loro quadri.

Genius Loci, il loro progetto è un’idea partita proprio da Roma nel 2017, con una presentazione a Palazzo Massimo, che nel corso di questi anni li ha visti protagonisti nei più importanti siti Unesco italiani: dalla Reggia di Caserta, a Pompei, passando per la Casa Romana di Spoleto fino all’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, l’ultimo, in ordine di tempo, ad aver elaborato la loro arte. Un lungo viaggio, che si conclude nel cuore della storia antica e nel monumento più conosciuto al mondo. Lì dove un tempo c’erano fiere e gladiatori, padroni della forma e combattenti dentro la natura imponente del mondo Romano.

L’arte dei TTozoi si concretizza con l’uso di polvere e muffe accumulate nel tempo per creare nuova vita, da qui il loro nome che deriva, appunto, da spermatozoi. Le loro tele nascono grazie al Genius dei luoghi dove transitano e sostano.

Visto che nulla accade per caso, precisiamo che sono gli stessi TTozoi a decidere, con metodo e disciplina, quando fermare il processo di proliferazione. Ed ecco allora formularsi un intero arco di memorie astratte, tra giochi di colori e di luce che si fondono nel tempo, tra il fascino antico della Storia e la creatività dell’arte contemporanea.

Ne derivano quadri di varie dimensioni che toccano le corde visuali dell’empatia sensoriale. Qualche anno fa l’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco ha voluto che lasciassero il segno anche a Fort Point, un ex fortino americano della guerra di secessione. A conferma di un tratto distintivo e universale che si adatta al ciclo biologico dei luoghi, assumendo, di volta in volta, forme e colori diversi, che sono il frutto di una condizione preesistente e della storia che fu. Il simbolo sulle loro tele cambia, infatti, colore in ogni luogo dove si genera arte. In realtà non esiste luogo in Italia dove non si possano realizzare quadri con le muffe.

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