Julie Mehretu. Ensemble


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A Palazzo Grassi di Venezia, fino al 6 gennaio 2025 è esposta la più grande mostra di Julie Mehretu mai presentata in Europa, realizzata da Caroline Bourgeois. L’esposizione è punteggiata dalla presenza di opere di alcuni amici artisti, con i quali Julie Mehretu condivide una forte affinità e un rapporto stretto di scambio e collaborazione che sono: Nairy Baghramian, Huma Bhabha, Tacita Dean, David Hammons, Robin Coste Lewis, Paul Pfeiffer e Jessica Rankin.

Julie Mehretu, Black city

Presentata secondo un principio di rimandi visivi, “Ensemble” si sviluppa in un percorso libero e non cronologico, permettendo di esplorare la pratica artistica di Julie Mehretu, di comprenderne l’origine e l’incessante rinnovamento.

Come le stratificazioni e le sovrapposizioni che compongono i dipinti dell’artista americana, la mostra prende forma nelle corrispondenze che, nel corso degli anni, si stabiliscono tra le opere. La sua pratica, profondamente radicata nell’astrazione, è alimentata dalla storia dell’arte, dalla geografia, dalla storia, dalle lotte sociali, dai movimenti rivoluzionari e dal carattere di tutti coloro che hanno lasciato un segno in questi importanti settori della conoscenza e della creazione.

A questo processo di stratificazione, che moltiplica la superficie delle immagini, fa eco la dimensione collettiva, l’idea di lavorare insieme, evidenziata dalla presenza in mostra di opere dei suoi amici, Nairy Baghramian, Huma Bhabha, Tacita Dean, David Hammons, Robin Coste Lewis, Paul Pfeiffer e Jessica Rankin, creando un dialogo fecondo con il suo stesso lavoro. Al di là delle differenze formali, emergono preoccupazioni e linee di forza comuni, che fanno superare l’idea che l’artista basti a se stessa, dimostrando, al contrario, che si trova in relazione con gli altri, con le loro idee e sensibilità. Le opere degli artisti invitati ispirano Julie Mehretu e risuonano con il suo lavoro, con il suo modo di guardare il mondo. Tanto più che tutti questi artisti, anche Julie Mehretu, hanno vissuto come fondante e formativa l’esperienza di fuga o di abbandono del proprio Paese, come ad esempio l’Etiopia, l’Iran o il Pakistan. La loro partecipazione alla mostra è quindi la manifestazione della profonda attenzione di Julie Mehretu nei confronti di quelle relazioni intessute, del loro carattere determinante e del loro potere creativo.

La mostra è organizzata in collaborazione con K21, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen (Düsseldorf) che presenterà una nuova versione del progetto espositivo interamente dedicata a Julie Mehretu, nel 2025. L’esposizione è accompagnata da una guida per il visitatore e da un catalogo trilingue pubblicato da Marsilio Editori (Venezia), con testi di Hilton Als, Caroline Bourgeois, Julie Mehretu, Jason Moran, Patricia Falguières e due conversazioni, una tra Julie Mehretu, Paul Pfeiffer e Lawrence Chua e l’altra tra Julie Mehretu e Caroline Bourgeois.

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