Alex Trusty. Contemporary Museum Watching


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In occasione dell’ottava edizione di Museocity, il palinsesto artistico e culturale promosso dal Comune di Milano insieme all’Associazione Museocity, Palazzo Reale Milano ospita la monografica del fotografo Alex Trusty “Contemporary Museum Watching”, come omaggio al processo artistico e alla fruizione delle opere d’arte.

Alex Trusty, CMW, Museum Ludwig, Cologne, 2022

A cura di Luciano Bolzoni e aperta fino al 1 aprile, l’esposizione, che gode del patrocinio di Fondazione Cariplo ed è stata realizzata grazie al contributo di Accuracy, Viride Group e Norqain, dialoga con il tema scelto per l’edizione di quest’anno, “Mondi a Milano” .

Questa mostra raccoglie, infatti, 62 scatti, tratti da una selezione di circa 25.000 fotografie realizzate nell’arco di quasi dieci anni (2015-2023) in oltre 80 musei in tutto il mondo, che ritraggono gli spettatori in contemplazione davanti alle opere d’arte: dalla Pinacoteca di Brera di Milano alla Galleria Borghese di Roma, dai Musei Vaticani al Museo Archeologico di Napoli, passando per numerose istituzioni internazionali, quali la National Gallery di Londra, il MOMA di New York, il Musée d’Orsay di Parigi, il Musée Magritte di Bruxelles e il Museum Palace di Taiwan, per citarne alcuni.

Alex Trusty (Alessandro Fidato, 1967) ha un occhio colto e curioso: non sorprende trovarlo a visitare musei e mostre, dove ad attrarlo è tutto ciò che succede di fronte, o intorno, a un’opera d’arte, e in particolare quello che, agli occhi del fotografo, è parte complementare dell’opera, ossia lo spettatore in contemplazione.

Egli è sempre stato affascinato dalle reazioni soggettive di ciascun visitatore di fronte alle opere, siano esse famose o meno: ognuno è attirato dagli elementi più disparati ed è spesso impossibile comprendere quali, perché suggeriti anche da motivazioni intime e personali.

Per questo Alex Trusty si aggira per le sale dei musei a caccia di scatti furtivi, praticando una sorta di “art watchers watching”, come lo definiva il grande Elliott Erwitt.

Nel processo di elaborazione dello scatto Alex Trusty ricorre a un gioco di percezione, portando lo spettatore all’interno del quadro e creando delle analogie di forme e colori tra opera e osservatore, in una sorta di trappola ottica.

Come la giovane ragazza “catturata” e resa come immobile per sempre nella Grande Jatte dipinta da Georges Seurat (Art Institute of Chicago) o la donna presa per mano da un nudo inquietante nel Museo Ludwig di Colonia.

Altri protagonisti della fotografia di Alex Trusty sono i musei, le cui architetture diventano esse stesse opere d’arte: edifici, gallerie e spazi museali con cui lo spettatore interagisce ancor prima di avvicinarsi all’opera d’arte. Ne è un esempio lo scatto del Duomo di Milano, immortalato dal Museo del Novecento attraverso gli archi del Palazzo dell’Arengario. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da artem con prefazione di Sylvain Bellenger, Direttore Emeritus del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

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