De Nittis. Pittore della vita moderna


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Arrivano a Palazzo Reale di Milano le opere di Giuseppe De Nittis in una mostra monografica a cura di Fernando Mazzocca e Paola Zatti, fino al 30 giugno. “De Nittis. Pittore della vita moderna” è promossa da Palazzo Reale/Comune di Milano e CMS, Cultura e presenta circa 90 dipinti, tra oli e pastelli, provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private, italiane e straniere, tra cui il Musée d’Orsay e il Petit Palais di Parigi, i Musée des Beaux-Arts di Reims e di Dunquerke, gli Uffizi di Firenze, oltre allo straordinario nucleo di opere conservate alla GAM di Milano e una selezione dalla Pinacoteca di Barletta, intitolata al Pittore, che ne conserva un eccezionale numero a seguito del lascito testamentario della vedova Léontine De Nittis.

De Nittis, Pittore della vita moderna, Palazzo Reale, Milano

La consacrazione di Giuseppe de Nittis come uno dei grandi protagonisti della pittura dell’Ottocento europeo è avvenuta grazie alla fortuna espositiva di cui ha goduto a partire dalla magnifica retrospettiva dedicatagli nel 1914 dalla XI Biennale di Venezia.

Con questa mostra si intende esaltare la statura internazionale di un pittore che è stato, insieme a Boldini, il più grande degli italiani a Parigi, dove è riuscito a reggere il confronto con Manet, Degas e gli impressionisti, con cui ha saputo condividere, pur nella diversità del linguaggio pittorico, l’aspirazione a rivoluzionare l’idea stessa della pittura, scardinando una volta per sempre la gerarchia dei generi per raggiungere quell’autonomia dell’arte che è stata la massima aspirazione della modernità.

I francesi e De Nittis, che si è sempre sentito profondamente parigino di adozione, hanno affrontato gli stessi temi, come il paesaggio, il ritratto e la rappresentazione della vita moderna che De Nittis ha saputo catturare lungo le strade delle due metropoli da lui frequentate, in quegli anni grandi capitali europee dell’arte: Parigi e Londra. Ha saputo rappresentare con le due metropoli, in una straordinaria pittura en plein air, i luoghi privilegiati della mitologia della modernità, che sono collocati al centro di un percorso espositivo che si sviluppa lungo un arco temporale di vent’anni, dal 1864 al 1884, ricostruendo un’avventura pittorica assolutamente straordinaria, conclusasi prematuramente con la sua scomparsa a soli 38 anni di età.

Dopo aver esordito al suo arrivo a Parigi con una sorta di pittura di genere, quelle scene in costume che gli richiedeva il suo mercante e primo estimatore Goupil, De Nittis uscirà dal chiuso dello studio, e finirà con il lavorare dal vero per strada. S’inventò un vero e proprio atelier mobile che era una carrozza presa a noleggio. Dopo aver individuato un motivo da rappresentare, si recava ogni giorno ad osservare, da quel rifugio riparato dal movimento caotico della città, il suo soggetto, dipingendolo con una velocità sorprendente che costituisce la freschezza e l’incanto irripetibile della sua pittura, quello che il finestrino di una carrozza inquadra per un momento.

Il punto di vista rialzato che caratterizza gran parte delle sue vedute parigine e londinesi deriva proprio da questo particolare e personale approccio.

Egli ha condiviso con i suoi più cari amici francesi, Degas e Caillebotte, l’interesse per la fotografia, come quello per l’arte giapponese e il pastello. Da questo strano e felice connubio, tra l’occhio guidato da un mezzo meccanico e l’incanto di uno sguardo venuto da un mondo lontanissimo come quello del Meridione italiano, nasce la magia delle sue vedute e dei suoi interni tagliati in maniera strana e la sensibilità con cui ha saputo, soprattutto negli ultimi anni usare il pastello, rivelandosi anche un magnifico ritrattista, come se avesse inteso far risorgere un’ antica forma d’arte portata alla perfezione nel Settecento illuminista, adattandola alla sensibilità moderna.” Il catalogo della mostra è pubblicato da Silvana Editoriale.

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