Sergio Lombardo 1960-1970


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Nell’ambito di Art City Bologna 2024 in occasione di Arte Fiera, fino al 24 marzo la sede espositiva di Villa delle Rose a Bologna accoglie “Sergio Lombardo 1960-1970”, mostra che intende accendere una nuova luce sul decennio iniziale della carriera dell’artista e psicologo romano, nel cruciale passaggio dagli esordi alla fine degli anni Cinquanta al distacco dalla pratica pittorica per intraprendere il percorso di ricerca concettuale che caratterizza le sue opere dal 1965 in poi.

Sergio Lombardo seduto di fronte a Strisce ondulate extra, 1966

Curata da Anna Mecugni e promossa in partnership tra Archivio Sergio Lombardo e Settore Musei Civici Bologna | MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, l’esposizione nasce dal progetto di ricerca Superquadri selezionato tra i vincitori della VII edizione di Italian Council, il programma di sostegno e di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, presentato da Untitled Association (Roma) con i partners culturali MADRE, Museo d’arte contemporanea Donnaregina, University of New Orleans e Istituto italiano di Cultura di Toronto.

Il progetto espositivo presentato a Bologna riunisce per la prima volta un ampio gruppo di collage, oggetti e installazioni importanti ma poco conosciuti di quattro serie pionieristiche: Superquadri, Supercomponibili, Punti Extra e Sfere con sirena.
Questa mostra propone quarantacinque opere appartenenti a varie serie, caratterizzate da formati, tecniche e stili diversi, a volte in apparente contrasto tra loro: l’astrazione e la figurazione in pittura; oggetti tattili, modulari, riconfigurabili in fòrmica; “progetti” su carta di strutture e installazioni ambientali che documentano i risultati di un’attività che chiunque può condurre seguendo un certo algoritmo con determinate variabili, tra cui l’uso del dado ed esperimenti di psicocinesi; opere provocatorie, potenzialmente aggressive, pericolose, in cui elementi concreti e riconoscibili, quali i suoni acuti di una sirena d’emergenza e un veleno quale la nicotina, possono generare associazioni con il pericolo di morte e indurre o far riflettere su comportamenti umani imprevedibili.

Frutto di una ricerca approfondita, l’esposizione invita a cogliere, al di là delle differenze visive tra le diverse serie, i fili conduttori che attraversano il lavoro di Sergio Lombardo (Roma, 1939).
Nelle prime due sale al piano terra sono esposte opere, datate tra il 1960 e il 1964, che spaziano dalle primissime serie dell’artista: Monocromi, Gesti tipici e Uomini politici colorati. 

Sempre nella prima sala al piano terra e negli altri spazi della villa settecentesca sono allestiti lavori appartenenti a serie successive, ideate tra il 1965 e il 1970 e realizzati all’epoca e in seguito, anche in anni recenti, che rimangono poco conosciuti e sono qui riuniti per la prima volta in un contesto museale.
Queste produzioni segnano l’allontanamento di Lombardo dal medium della pittura per esplorare il potenziale spaziale ed esperienziale di oggetti e di installazioni in grado di indurre un coinvolgimento più profondo, più diretto degli spettatori, anche richiedendo la loro partecipazione per completare l’opera, rendendoli così coautori della stessa.

Una trentina sono le opere su carta che l’artista chiama “progetti”: collages realizzati con carta plastificata che rappresentano in modo schematico, preciso ma abbreviato, un singolo modulo o una struttura o un’installazione con vari moduli, disposti in una delle molteplici configurazioni possibili. Quattordici sono le opere costruite a partire da questi lavori, tra cui quattro installazioni ambientali progettate appositamente per gli spazi di Villa delle Rose: al piano terra, Superquadro con 32 moduli uguali (1965-2020) e Superquadro con 12 moduli circolari ed ellittici (1965-2020); al primo piano, 50 punti extra (1966) e Supercomponibile (1967-anni Settanta). Il percorso espositivo si conclude con delle opere dal gruppo delle “situazioni di emergenza”, alcune delle quali esposte per la prima volta dopo oltre trent’anni, inclusa Sfera con sirena (1968-1969) recentemente restaurata, e una sala dove sono presentati documenti d’archivio e cataloghi di mostre dell’epoca.

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