Ricami e dipinti di Dany Vescovi (Milano, 1969) che rileggono la natura, sono esposti, fino al 3 marzo 2024, al Museo Diocesano di Massa, dove si confrontano con i preziosi manufatti: ricami, tessuti e argenterie, e opere realizzate da artisti come Jacopo della Quercia, Felice Palma, Agostino Ghirlanda, Domenico Fiasella.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’Associazione Quattro Coronati e rappresenta la nuova tappa di un percorso che da qualche anno vede il Museo impegnato nel mettere a confronto arte antica e linguaggi contemporanei in grado di offrire al visitatore tanti spunti di riflessione sulle infinite possibilità che la natura offre per esprimere la bellezza.
L’artista milanese, Dany Vescovi, i cui dipinti offrono un’interpretazione originalissima dello stesso tema, traendo spunto direttamente da alcune opere del Museo. In tutto sono 24 le opere realizzate dall’artista tutte appositamente per questa mostra, in cui ha focalizzato la sua attenzione su alcuni dei manufatti esposti elaborando i particolari con l’utilizzo di tecniche diversificate. Un processo creativo, di graduale sviluppo dell’opera, che fa ricorso anche alle nuove tecnologie ma che, per la sua complessità e articolazione, rimanda ai procedimenti lunghi e minuziosi che caratterizzavano il fare delle antiche botteghe.
Il filo conduttore delle mostre è la natura, tema di particolare attualità alla luce delle emergenze climatiche che richiedono da parte di tutti un concreto impegno verso la salvaguardia del pianeta e al quale lo stesso papa Francesco ha dedicato una riflessione con l’enciclica Laudato sì del 2015, ripresa di recente con una nuova esortazione apostolica. Nel corso dei secoli gli artisti hanno esaltato la bellezza del creato prendendo a modello la natura elaborandola nelle maniere più diverse. Il percorso espositivo allestito nelle sale del museo si focalizza sul valore e i significati degli elementi naturali nelle opere di arte sacra. Parallelamente si è lasciato spazio ad espressioni di natura completamente diversa, frutto della creatività di artisti contemporanei. Spiega Mauro Daniele Lucchesi dell’Associazione Quattro Coronati che “Il linguaggio di Vescovi riesce a far dialogare la dimensione figurativa con quella del linguaggio visuale geometrico astratto, affrancandosi dagli effetti decorativi e dagli artifizi visivi come quelli della prospettiva. Il suo apparato linguistico si addentra in un contesto percettivo assimilabile a quello surrealista ma anche psichedelico, forzando il fruitore a liberarsi dagli schemi percettivi precostituiti, alterando anche le priorità sensoriali e compositive, sovvertendo ad esempio il famigerato ‘potere del centro’”.