In omaggio al fotografo e fotoreporter, Ivo Saglietti, scomparso il 2 dicembre scorso a 75 anni, a Palazzo Carignano di Torino, Museo Nazionale del Risorgimento, fino al 28 gennaio prossimo è allestita una mostra che nasce grazie alla sensibilità di persone che hanno compreso che l’idea di esporre delle immagini di Ivo era una corsa contro il tempo.
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Attraverso 53 fotografie in bianco e nero, nella mostra viene ripercorso il tragitto professionale, dagli anni Ottanta del secolo scorso al 2018.
La mostra, realizzata a cura di Tiziana Bonomo, organizzazione e supervisione di Michele Ruggiero, è un saggio su una parte di esperienze vissute da Saglietti in oltre quarant’anni di carriera: dall’inizio delle rivolte in Centro America, in Cile e Perù, ad Haiti e poi il vicino Oriente e Mar Musa in Siria.
Michele Ruggiero, presidente de La Porta di Vetro, insieme al Consiglio regionale e al Comitato Diritti Umani del Piemonte, Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Ferruccio Martinotti, direttore del Museo Nazionale del Risorgimento, sono le persone che hanno permesso di realizzare l’esposizione che resterà aperta fino al 28 gennaio 2024. È la curatrice della mostra, Tiziana Bonomo, che racconta l’artista e l’amico: “Ho conosciuto Ivo Saglietti a metà degli anni ’90 a un corso di storia della fotografia. Ivo portò il suo lavoro fatto ad Haiti. Vedevo scorrere sullo schermo le «diapositive» in bianco e nero, la raccolta della canna da zucchero, i giovani in mezzo all’immondizia alla ricerca di scarti di cibo, i bambini pieni di vita provati dalla stanchezza, le donne nere nere con in mano madonne bianche bianche; e poi la voce di Ivo, profonda, da fumatore, che con poche misurate parole tentava di far capire di cosa era stato testimone: miseria, povertà, mancanza di diritti. La visione composta nelle sue fotografie, con quella luce che accarezza tutte le sfumature dei grigi per bloccare nel bianco e nel nero la cornice del racconto, non mi ha più abbandonato.”