Ivo Saglietti. Lo sguardo nomade


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In omaggio al fotografo e fotoreporter, Ivo Saglietti, scomparso il 2 dicembre scorso a 75 anni, a Palazzo Carignano di Torino, Museo Nazionale del Risorgimento, fino al 28 gennaio prossimo è allestita una mostra che nasce grazie alla sensibilità di persone che hanno compreso che l’idea di esporre delle immagini di Ivo era una corsa contro il tempo.

Ivo Saglietti, Mar Musa, Siria, 2002, Padre Dall’Oglio sale nella luce verso la montagna, © Ivo Saglietti

Attraverso 53 fotografie in bianco e nero, nella mostra viene ripercorso il tragitto professionale, dagli anni Ottanta del secolo scorso al 2018.

La mostra, realizzata a cura di Tiziana Bonomo, organizzazione e supervisione di Michele Ruggiero, è un saggio su una parte di esperienze vissute da Saglietti in oltre quarant’anni di carriera: dall’inizio delle rivolte in Centro America, in Cile e Perù, ad Haiti e poi il vicino Oriente e Mar Musa in Siria.

Michele Ruggiero, presidente de La Porta di Vetro, insieme al Consiglio regionale e al Comitato Diritti Umani del Piemonte, Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Ferruccio Martinotti, direttore del Museo Nazionale del Risorgimento, sono le persone che hanno permesso di realizzare l’esposizione che resterà aperta fino al 28 gennaio 2024. È la curatrice della mostra, Tiziana Bonomo, che racconta l’artista e l’amico: “Ho conosciuto Ivo Saglietti a metà degli anni ’90 a un corso di storia della fotografia. Ivo portò il suo lavoro fatto ad Haiti. Vedevo scorrere sullo schermo le «diapositive» in bianco e nero, la raccolta della canna da zucchero, i giovani in mezzo all’immondizia alla ricerca di scarti di cibo, i bambini pieni di vita provati dalla stanchezza, le donne nere nere con in mano madonne bianche bianche; e poi la voce di Ivo, profonda, da fumatore, che con poche misurate parole tentava di far capire di cosa era stato testimone: miseria, povertà, mancanza di diritti. La visione composta nelle sue fotografie, con quella luce che accarezza tutte le sfumature dei grigi per bloccare nel bianco e nel nero la cornice del racconto, non mi ha più abbandonato.”

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