L’Accademia d’Ungheria a Roma promuove e ospita, fino al 3 marzo prossimo, la mostra “Vera Molnár: Variazioni Icône”, un omaggio a una delle più illustri e longeve pioniere dell’arte digitale, Vera Molnár (nata a Budapest nel 1924), in occasione del suo centesimo compleanno. Curata da Francesca Franco, responsabile della precedente mostra di Molnár in Italia, alla Biennale di Venezia nel 2022, questa mostra investiga uno dei concetti chiave del percorso artistico di Molnár: la ricerca dell’equilibrio tra ordine e disordine.
Dai primi disegni al plotter degli anni Sessanta, agli affascinanti lavori su tela e carta degli anni Settanta, fino agli anni Duemila, agli schizzi preparatori, ai prototipi e alla magnifica opera in vetro “Icône 2020” creata a Murano nel 2021, l’esposizione celebra l’opera di Molnár in tutte le sue sfaccettature.
Vera Molnár ha contribuito in modo straordinario all’arte contemporanea attraverso la sua pionieristica esplorazione dell’intersezione tra arte e tecnologia, in particolare utilizzando il computer come strumento creativo. La sua opera offre una prospettiva unica sull’evoluzione dell’espressione artistica nell’era digitale, ridefinendo il concetto stesso di creazione artistica. Sfruttando algoritmi e processi computazionali per generare opere d’arte che vanno oltre i limiti della mano umana, Molnár ha introdotto un elemento di casualità controllata e complessità, sfidando le convenzioni artistiche tradizionali. A partire dagli anni Sessanta Molnár ha abbracciato la capacità del computer di eseguire calcoli complessi e ripetitivi, aprendo nuove vie creative e abbracciando la collaborazione con la tecnologia. L’utilizzo del computer come estensione della sua creatività le ha permesso di esplorare concetti come l’ordine e il disordine in modi precedentemente inimmaginabili, evidenziando la bellezza dell’imprevedibilità generata dagli algoritmi e portando l’arte in una dimensione dinamica e in continua evoluzione.
Questa mostra celebra questa straordinaria carriera, evidenziando come Molnár abbia continuato a spingersi oltre i confini convenzionali dell’arte. La sua capacità di utilizzare il computer come strumento per amplificare la creatività ha plasmato il panorama dell’arte contemporanea, dimostrando che l’algoritmo può essere una forma d’arte tanto quanto la pennellata o la scultura tradizionale. Molnár incarna la sinergia tra creatività umana e potenzialità computazionali, aprendo porte verso un regno ancora poco esplorato ma essenziale nell’epoca digitale. Il suo contributo va oltre la creazione di opere visivamente affascinanti; è un invito a esplorare i confini della creatività in un mondo sempre più interconnesso e tecnologicamente avanzato. Vera Molnár non solo testimonia la storia dell’arte digitale, ma con la sua energia inesauribile dimostra che l’innovazione e la ricerca artistica possono prosperare indipendentemente dall’età nel cuore di un campo in costante evoluzione.