La materia parla


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Una mostra diffusa interessa cinque prestigiosi spazi espositivi della Città di Chieri fino al 7 gennaio 2024: “La Materia Parla. Sculture d’autore in dialogo con la città”, curata da Monica Trigona.

ASTORE, Sconfinamenti, 2022, acciaio inox, Cortesia dell’artista e di Mazzoleni, London Torino, Foto Renato Ghiazza

Le sculture di 18 artisti sono esposte alla Cappella dell’Oratorio di San Filippo Neri, che riapre al pubblico dopo un importante intervento di restauro conservativo, nel sagrato della Chiesa di San Filippo, nel sagrato della Chiesa di San Bernardino, nella Cappella dell’Ospizio di Carità (Giovanni XXIII) e all’Imbiancheria del Vajro creando un’affascinante contaminazione tra architetture classiche e declinazioni artistiche contemporanee.

L’esposizione si propone di indagare quelle produzioni plastiche, originali e personalissime, che dagli anni Ottanta del secolo scorso sino ai giorni nostri hanno concorso allo sviluppo della multiforme espressione contemporanea attribuendo grande importanza all’elemento profondo e primario che è sostanza del proprio linguaggio.

Nel percorso espositivo diffuso tra cinque significative sedi cittadine appaiono due opere antecedenti al quarantennio preso in considerazione, una nel giardino dell’Imbiancheria del Vajro, realizzata da Umberto Mastroianni, l’altra nella Cappella dell’Ospizio di Carità (Giovanni XXIII) da Maria Lai, che attraverso le loro ricerche trasversali hanno aperto idealmente la strada alle sperimentazioni più ardite.

Umberto Mastroianni, considerato il successore di Umberto Boccioni per il suo palpitante plasticismo di derivazione futurista, è rappresentato da una scultura bronzea degli anni Sessanta dalle caratteristiche informali. Di Maria Lai, una delle artiste più riconosciute e apprezzate del recente passato, è una riproduzione bronzea della seconda metà degli anni Cinquanta: un Presepio con due figure umane semplificate, quasi geometrizzate, memori della lezione di Arturo Martini di cui l’artista sarda fu allieva, che evocano i contadini della Barbagia, sua terra d’origine a cui era fortemente legata.

Compongono la mostra le opere di: Salvatore Astore, Stefano Bonzano, Domenico Borrelli, Umberto Cavenago, Giacinto Cerone, Carlo D’Oria, Piero Fogliati, Theo Gallino, Gabriele Garbolino Rù, Paolo Grassino, Maria Lai, Umberto Mastroianni, Marco Mazzucconi, Aldo Mondino, Diana Orving, Carlo Pasini, Antonio Riello e Silvano Tessarollo.

Il catalogo della mostra è pubblicato dalla Società Editrice Allemandi di Torino. La mostra è stata realizzata grazie alla disponibilità degli artisti e all’indispensabile collaborazione della Galleria Lara e Rino Costa di Valenza, di Tempesta Gallery di Milano, della Galleria Umberto Benappi di Torino e della galleria Mazzoleni di Torino.

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