Marcel Duchamp e la seduzione della copia


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Fino al 18 marzo 2024, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ospita la mostraMarcel Duchamp e la seduzione della copia, a cura di Paul B. Franklin, studioso indipendente e tra i massimi esperti di Marcel Duchamp.

Marcel Duchamp e la seduzione della copia, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

“Un duplicato o una ripetizione meccanica ha lo stesso valore dell’originale”, affermava Marcel Duchamp. È stato tra gli artisti più influenti, irriverenti e innovativi del Novecento, e storico amico e consigliere della mecenate americana Peggy Guggenheim. Oggi a Collezione Peggy Guggenheim gli dedica una personale, la prima organizzata dal museo veneziano.

In mostra sono presenti una sessantina di opere realizzate tra il 1911 e il 1968, con lavori iconici provenienti dalla stessa Collezione Peggy Guggenheim, da prestigiose istituzioni museali italiane e statunitensi, e da collezioni private. Molte opere esposte, la metà circa, provengono inoltre dalla collezione veneziana di Attilio Codognato, lungimirante collezionista che fin dai primi anni ’70 si è interessato alla produzione dell’artista francese. Divisa in più sezioni, la mostra presenta i tantissimi approcci adottati da Duchamp per duplicare le proprie opere senza soccombere alla copia pura e semplice, e ruota intorno al capolavoro da o di Marcel Duchamp o Rrose Sélavy (Scatola in una valigia), 1935-41, raccolta innovativa di riproduzioni e repliche in miniatura dei lavori dell’irriverente artista francese. Si tratta della prima di un’edizione deluxe di venti valigette da viaggio, i cui primi esemplari, tra cui questo, sono di Louis Vuitton, acquisita da Peggy Guggenheim nel 1941 proprio per sostenere l’artista. L’opera è la sintesi più coinvolgente della passione duchampiana per la replica come modalità di espressione creativa. Grazie a una tale panoramica si può cogliere la portata straordinaria dell’ossessione di Duchamp per la copia come mezzo specifico di espressione artistica e comprendere fino a che punto le sue creazioni bizzarre e spesso ibride abbiano confuso e talvolta del tutto eluso le classificazioni artistiche in uso al momento in cui furono create.
A cura di Paul B. Franklin, la mostra è accompagnata da un ricco catalogo, edito da Marsilio Arte, e da un articolato calendario di Public Programs.

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