Melo Minnella. Paesaggi memorie e astrazioni


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Al Museo Civico di Castelbuono (PA) fino al 7 aprile 2024 è allestita la mostra “Paesaggi, memorie e astrazioni. La Sicilia di Melo Minnella”, a cura di Valentina Bruschi, progetto vincitore di Strategia Fotografia 2022, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, grazie al quale l’istituzione museale ha acquisito un importante corpus di fotografie del grande fotografo siciliano Melo Minnella.

Melo Minnella, Vulcano, 1975, 45×30 cm, stampa fotografica su carta baritata, collezione Museo Civico di Castelbuono

Il progetto espositivo presenta trenta fotografie in bianco e nero che rendono omaggio a uno dei fotografi considerato dalla critica tra i più importanti della sua generazione: Melo Minnella (Mussomeli, 1937) è oggi il decano dei fotografi siciliani che ha attraversato il Novecento con il suo sguardo nel mondo umano e culturale della Sicilia, ma che ha anche percorso in lungo e in largo continenti e civiltà. Tra gli anni Sessanta e Settanta Minnella ha intrattenuto profonde relazioni con i più importanti intellettuali del tempo, da Leonardo Sciascia a Renato Guttuso, i cui iconici ritratti fotografici sono oggi presenti nella collezione permanente del Museo. La sua attività fotografica ha catturato lo spirito dei luoghi che ha visitato e le persone che ha fotografato in diverse parti del mondo.

Ma il nucleo di immagini acquisite dal Museo riguarda principalmente la Sicilia a partire dagli anni Settanta fino ai primi anni Duemila: fotografie dove la dimensione antropologica è fortemente interconnessa al valore estetico dei soggetti ritratti. Sulla scia dell’approccio adottato dal Museo Civico di Castelbuono, come testimone del proprio tempo.

La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Palermo Publishing, con i contributi di Melo Minnella; Maria Enza Puccia, presidente del Museo Civico di Castelbuono; Laura Barreca, direttrice del Museo Civico di Castelbuono; Valentina Bruschi, curatrice del progetto; Maria Rosa Sossai, curatrice del Programma Pubblico; Giuliano Sergio, critico e professore all’Accademia di Belle Arti di Venezia; Maria Chiara Di Trapani, critica d’arte e curatrice dello Spazio Flaccovio, Palermo; Midge Wattles, fotografa e responsabile dello studio fotografico del Guggenheim Museum, New York e del regista Roberto Salvaggio, autore di un documentario dedicato a Minnella con il montaggio a cura di Sara Cavallaro e la fotografia a cura di Sandy Rita Scimeca. Le trenta fotografie acquisite dall’archivio di Melo Minnella sono dedicate esclusivamente alla Sicilia e sono state suddivise secondo quattro tematiche che ricorrono spesso nella sua ricerca e che a volte s’intrecciano tra loro. Nel primo tema, “Madonie e altri paesaggi”, il fotografo non ha soltanto documentato la trasformazione del paesaggio e le tradizioni contadine, ma ha spesso realizzato delle composizioni estetiche con elementi geometrici insiti nei contesti agricoli. Il secondo tema, “Processioni”, testimonia una minuziosa ricognizione fotografica delle feste religiose (che forse il contemporaneo interesse di Leonardo Sciascia, Ferdinando Scianna e dello stesso Minnella ha contribuito a rilanciare e a rinvigorire), nonché del folklore siciliano di cui l’autore è appassionato collezionista. Il terzo tema, “Emicranie”, è una ricerca che si sovrappone a volte con le processioni, con un’attenzione ai costumi utilizzati dalle confraternite, che si allarga con uno sguardo che abbraccia il mondo intero attraverso i primi piani di donne che con grande naturalezza trasportano sulla testa cesti di frutta, stoviglie o altro come se fossero degli strani copricapi. Infine, nella sezione “Astrazioni e immagini iconiche”, sono stati inseriti i ritratti di Sciascia e Guttuso, una celebre fotografia di una nuotatrice ripresa sott’acqua nel mare di Filicudi dove l’autore ha soggiornato a lungo ma anche, tra le altre, una serie dei pani realizzati per la festa di San Giuseppe a Salemi, resi in una trama astratta e contemporanea dal taglio dello scatto. Tutte queste immagini sono caratterizzate da ciò che l’antropologo Antonino Buttitta definisce la capacità di Melo Minnella di cogliere l’elemento “magico” che si nasconde nei dettagli del quotidiano, quel legame invisibile che unisce uomo, natura e storia.

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