Fino al 4 febbraio 2024 al piano nobile di Palazzo Reale è aperta al pubblico la mostra “Morandi 1890 – 1964”, ideata e curata da Maria Cristina Bandera, promossa da Comune di Milano, prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e 24 Ore Cultura, Gruppo 24 Ore, in collaborazione con settore Musei Civici Bologna, Museo Morandi e realizzata grazie a Gruppo Unipol, main sponsor e Bper banca, sponsor di mostra.
La mostra intende celebrare il rapporto elettivo tra la città e il pittore bolognese. Vivevano infatti a Milano o erano lombardi i primi grandi collezionisti di Morandi, come Vitali, Feroldi, Scheiwiller, Valdameri, De Angeli, Jesi, Jucker, Boschi Di Stefano, Vismara e milanese era la Galleria del Milione, con la quale il pittore intrattenne un rapporto privilegiato. Questa mostra, per estensione e qualità delle opere, è tra le più importanti e complete retrospettive sul pittore bolognese realizzate negli ultimi decenni, in continuità con il consolidato apprezzamento della sua opera in prestigiose sedi internazionali, dal Metropolitan Museum di New York (2008), al Pushkin di Mosca (2017), al Guggenheim di Bilbao (2019). Un corpus espositivo di circa 120 opere ripercorre l’intera opera dell’artista bolognese, cinquant’anni di attività, dal 1913 al 1963, attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, a partire da quelli del Museo Morandi | Settore Musei Civici Bologna e delle raccolte milanesi: Pinacoteca di Brera, Museo Novecento, Galleria d’arte Moderna, Casa Museo Boschi di Stefano, Villa Necchi Campiglio-Fai Fondo Ambiente Italiano, a cui si aggiungono il Mart di Rovereto, la Gam di Torino, Palazzo Pitti, il Museo del Novecento di Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Siena, la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale, la Fondazione Roberto Longhi di Firenze, la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, la Fondazione Domus di Verona, la Fondazione Giorgio Cini e la Fondazione Carraro di Venezia. Tra i prestiti internazionali, i Musei Vaticani, il Musée Jenisch di Vevey e le collezioni pubbliche di Winterthur e Siegen, città dove Morandi espose ancora in vita nel 1957 e nel 1962, ricevendo dalla città tedesca il prestigioso Rubenspreis. Tra i prestiti di enti pubblici, la Camera dei Deputati, l’Eni, Telecom e Rai. Il percorso espositivo segue un criterio cronologico con accostamenti che documentano l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore, nella variazione dei temi prescelti, natura morta, paesaggio, fiori e solo raramente figure, e delle tecniche: pittura, acquaforte e acquerello. A metà percorso, un’installazione video, realizzata in collaborazione con il Museo Morandi del Settore Musei Civici Bologna, ripropone al visitatore la camera-studio di Via Fondazza a Bologna, oggi museo, dove Morandi visse e lavorò fino ai suoi ultimi giorni. La mostra, il cui percorso si suddivide in 34 sezioni, si apre con il 1913 e i capolavori d’avanguardia, una personale assimilazione della nuova spazialità cubista, e si conclude nel 1963, con una pittura rarefatta e portata all’estremo della verosimiglianza formale.