Nel Castello di Albola, a Radda in Chianti in provincia di Siena, fino al 31 Dicembre è esposta la mostra “Dialoghi Paralleli”, un percorso culturale, tra arte e tecnica, pittura e vino, che offre la possibilità ai visitatori di scoprire, all’interno della tenuta, le opere di due artisti particolarmente vicini a questo luogo: Fabio Calvetti & Armando Xhomo.
Il concetto dei “Dialoghi Paralleli” esprime una profonda chiave di interpretazione della contemporaneità: sono “Dialoghi Paralleli” tutte quelle conversazioni, diverse tra loro, che nel loro percorso si susseguono senza mai perdere la propria unicità; tutti quei confronti che grazie alla propria vicinanza si arricchiscono ma non disperdono la voce del proprio interlocutore. La prossimità continua data dal parallelismo, qualunque esso sia, è simbolo di rispetto, reciprocità ed apertura. La mancanza di intersezione, tipica dei parallelismi, ha un forte significato simbolico: non è mancanza di incontro ma confronto costante lungo tutto il cammino.
È infatti proprio con questo spirito che l’esposizione è stata progettata a Castello di Albola dove le opere che sono state create dai due artisti non raccontano solo se stesse e la loro visione, ma contribuiscono ad arricchire l’esperienza estetica del visitatore all’interno del luogo che le accoglie. Non sono semplici oggetti nei quali ci si imbatte, elementi che generano curiosità in virtù del loro “essere inaspettati” all’interno del luogo, bensì veicoli che invitano ad andare oltre: scoprire il luogo e la cultura che custodisce con occhi diversi.
All’interno del percorso espositivo, le opere offrono al visitatore diverse visioni di mondi, significati e soggetti: espressioni differenti di due diverse menti creative che si incontrano, trovano ognuna il proprio spazio specifico, e non si scontrano ma si arricchiscono nella reciprocità espositiva. Mentre Calvetti, infatti, si concentra sulla dimensione soggettiva ed interiore della pittura, con un linguaggio dai toni intimisti, meditativi, talvolta anche melanconici, e una tavolozza che alterna tinte scure e terragne a bianchi lattiginosi e rossi vermigli, Xhomo, al contrario, manifesta un’attitudine creativa più “energica”, vitalistica, vocata all’impeto del gesto pittorico, con un ribollire di colori a colmare lo spazio della rappresentazione e un continuo fluire di visioni che spaziano dall’umano al ferino.