Capolavori svelati


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“Capolavori Svelati” è aperta al pubblico fino al 5 novembre al Complesso Monumentale del San Giovanni di Catanzaro e, curata dal prof. Leonardo Passarelli dell’Università della Calabria, è stata finanziata dalla Regione Calabria con i fondi PSC.

Andrea Alfano, Le tre province, 1928

Questa rassegna si intende come un importante momento di ricognizione e di studio del materiale presentato; un’occasione quindi di arricchimento culturale collettivo, per il valore educativo che consegue dalla conoscenza del patrimonio e del sapere ad esso legato.

La mostra si apre con una sala dedicata alla Prima Mostra d’arte Calabrese del 1912 che, organizzata da Alfonso Frangipane nel Palazzo Comunale di Catanzaro, costituì un’importante presa di coscienza a livello storiografico ed espositivo del patrimonio della regione e del ruolo rivestito dalla Scuola di Cortale di Andrea Cefaly (1827-1907) e da altri maestri attivi tra Otto e primo Novecento, quali Gaele Covelli, Francesco Jerace, Rubens Gariani, Eduardo Fiore, di questo pittore in particolare si segnalano le due tele La bandiera italiana (costumi cortalesi) del 1864 e il successivo Gruppo di famiglia, Achille Martelli e Rubens Santoro.

La seconda sala è dedicata a Mattia Preti con un salto indietro nel tempo di due secoli. Il curatore ha motivato tale scelta riferendosi ancora una volta al lavoro storiografico di Alfonso Frangipane il quale, originario di Catanzaro, sebbene ricordato più come reggino, è sempre lui a organizzare l’anno successivo alla Prima Mostra d’arte Calabrese, nel 1913, la prima antologica su Mattia Preti.

Nella terza e quarta sala sono raccolte pregevoli opere che testimoniamo bene l’onda lunga dell’arte ottocentesca, ben documentata dalle opere di Garibaldi Gariani, di Mario Ridola, che si stempera in alcune prove mature di Covelli a fianco delle quali trovano collocazione quelle di altri autori che accolgono nei primi vent’anni del XX secolo nuove istanze figurative, a cominciare da Antonio Cannata, Francesco Cristini, Maria Grandinetti Mancuso, Vincenzo Jerace, Francis La Monaca.

A completare le due sale ci sono alcune immagini fotografiche dello Studio Scarpino, attivo a Catanzaro dalla seconda metà dell’800 e artefice di numerose campagne fotografiche.

Nella quinta sala sono presentate le opere di Luigi Amato, Andrea Cefaly jr, Saverio Gatto, Ugo Ortona, Giuseppe Rito, mentre nella sesta, viene proposto un confronto tra i due artisti più rappresentativi della regione e tra i più amati da Alfonso Frangipane, Andrea Alfano e Domenico Colao. In questa occasione viene esposto al pubblico dopo la sua prima e unica apparizione all’Esposizione Silana del 1928 il dipinto “Le tre province”, da allora nelle collezioni del Comune ma del quale si erano immediatamente perse le tracce fino al suo ritrovamento durante le prime fasi di indagine per la mostra.

Il passaggio alla modernità novecentesca è esemplificato nelle ultime due sale, la settima e l’ottava, con alcuni degli artisti più rappresentativi del secondo Novecento. Insieme alle opere di Cefaly jr e Angelo Savelli, del quale sono esposte prove della prima maniera ed esempi della sua svolta astrattista, sono presenti due importanti décollages di Mimmo Rotella del 1961 e del 1962, uno di proprietà della Banca d’Italia, l’altro di collezione privata, che costituiscono due significativi esempi del lavoro dell’artista catanzarese negli anni del suo pieno riconoscimento internazionale. Nella stessa sala figurano due tele di grandi dimensioni di Francesco Correggia Giallo Arché 2 del 1979 e di Luigi Magli La caduta del 1981-1982. La mostra si avvale di un importante partenariato pubblico-privato, della collaborazione, attraverso sponsorizzazione tecnica di Rubbettino Editore per la redazione del Catalogo e del contributo di  collezionisti ed enti che hanno inteso prestare le opere, come l’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace e la Chiesa di Santa Barbara di Taverna, la Banca d’Italia e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

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