Il Disegno del Mondo


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Fino al 15 ottobre, nelle Sale espositive al secondo piano del Castello del Monferrato, Casale Monferrato (AL), è allestita la grande mostra “Il Disegno del Mondo”, una selezione di opere cartografiche, vedutistiche e librarie realizzate dal 1400 al 1800.

La mostra è organizzata in collaborazione con la Consulta Cultura del Comune di Casale Monferrato e l’Associazione Italiana Collezionisti di Cartografia Antica e il percorso espositivo, curato da Marco Garione (Presidente della Consulta Cultura del Comune di Casale Monferrato), presenta più di cento opere e si sviluppa attraverso sette percorsi tematici differenti a ognuno dei quali è stato assegnato un colore specifico, in modo da indirizzare in modo chiaro i visitatori.

Uno scorcio della mostra “Il Disegno del Mondo”, Castello del Monferrato, Casale Monferrato (AL)

Immaginare il Cosmo e oltre: “Dalle origini della scienza – Conoscenza del mondo dell’epoca tolemaica classica del primo e secondo secolo d.c. alle rivoluzioni copernicane del Rinascimento il passo è stato lungo, instabile e denso di ombre.
Dalle proiezioni tolemaiche, che in campo astronomico presentano un sistema del Cosmo con la Terra al centro di tutto I’universo fino alla tavola peutigeriana della
terra conosciuta di epoca romana e per tutto il Medioevo il mondo rilevato e quello “immaginato” le rappresentazioni della Terra si sono ispirate alla descrizione dell’universo secondo una chiave di lettura prettamente biblica, almeno nella nostra vecchia Europa.
Solo nel XV e XVI secolo d.c., grazie alle ricerche ed agli studi di Copernico, Galilei, Keplero e Brahe si abbandonò questa idea terrocentrica per raggiungere, a ragione e sfidando secoli di storia, alla visione del mondo e del cosmo che ancora oggi utilizziamo”.

Tracciare i Mondi da scoprire: “Siamo giunti nel pieno Rinascimento e dopo la scoperta colombiana del continente americano la scienza cartografica prende atto di un nuovo disegno del mondo. Le scoperte di Vespucci, Diaz e Magellano riplasmano con precisione scientifica la carta piana (planisfero) del mondo.
Presto si giunge, nel tardo secolo XVI, alla nascita di raccolte di carte geografiche rivolte ad un vasto pubblico (studiosi, mercanti) e alla pubblicazione dei primi Atlanti in Olanda ad opera di Mercator, Ortelio e Bleau: raccolte di visioni geografiche non solo del territorio ma anche della forma delle città.
Tra il 600 e il 700 anche il continente americano, con gli Atlanti di Homann e Seutter, viene descritto nel suo particolare territorio. Bisogna però attendere fino alla fine del XVIIl secolo, con i viaggi di Cook, per “scoprire” il continente australiano (1768 -1771)”.

Descrivere La Terra, Le Terre: “Con lo sviluppo della cartografia e delle proiezioni matematiche, tra il XVI e XVIl secolo nasce una nuova scienza che guarda anche con occhio artistico all’evoluzione delle carte geografiche. Inizia così una rappresentazione non solamente fisica ma anche geopolitica dei territori con I’individuazione degli stati, principati, confini.

Gli italiani, col geografo piemontese Gastaldi e le raccolte Lafreriane romane, sono tra i primi fautori della moderna cartografia.

Verso la fine del del XVI secolo e gli inizi del XVII assistiamo al periodo d’oro della cartografia olandese con, ad esempio, gli atlanti di Mercator e Ortelio, veri monumenti fisico-geografici racchiusi in splendide carte di grande valore artistico e scientifico.
Contemporaneamente, con Hogenberg, nascono gli Atlanti dedicati alle maggiori città: è la vera nascita della vedutistica, con scopi di rappresentazione sociale politica del territorio. Dall’Atlas “grafico” alla realizzazione di libri “di viaggio” il passo è stato breve. Antesignani delle attuali guide turistiche, spesso riccamente illustrati, i libri di viaggio non sono quasi mai racconti autobiografici ma veri e propri reportages su luoghi, genti e costumi. Queste opere letterarie ebbero una grande diffusione nel periodo del Grand Tour: ogni casa fornita di biblioteca ne doveva possedere almeno uno, così come gli scaffali delle librerie “di moda”. L’affermazione dei libri di viaggio ebbe uno sviluppo “economico” anche curioso: spesso le case editrici si mettevano in concorrenza sul numero di immagini e di pagine. Quindi: pagine in vista e bon voyage…”

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