La prima mostra in Italia della fotografa Peggy Kleiber (1940-2015), curata da Arianna Catania e Lorenzo Pallini, è esposta al Museo di Roma in Trastevere fino al 15 ottobre e presenta per la prima volta l’opera e l’archivio della fotografa svizzera autodidatta, tra foto di famiglia e viaggi nell’Italia degli anni ’60 e ’70.
L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e realizzata dalle associazioni culturali Marmorata169 e On Image, con la collaborazione dell’associazione Les photographies de Peggy Kleiber. Servizi museali Zètema Progetto Cultura
Due valigie, mai aperte, contenenti 15.000 fotografie scattate tra la fine degli anni ‘50 e gli anni ’90: nasce da questo incredibile ritrovamento la mostra “Peggy Kleiber. Tutti i giorni della vita (fotografie 1959-1992)”. La scoperta arriva dopo la sua morte, nel 2015. In seguito la famiglia decide di valorizzare e rendere pubblico questo importante patrimonio rimasto a lungo nascosto.
I suoi sono scatti, spesso apparentemente casuali, parlano un linguaggio universale. Sono immagini di un tempo passato, colori dimenticati, suoni e voci silenziose.
Sono 150 le fotografie in mostra con una selezione di stampe vintage originali dell’autrice, alcuni album di famiglia e un video che ripercorre la riscoperta dell’archivio attraverso materiali inediti e filmati Super8 di famiglia. La mostra si compone di due sezioni: una dedicata alla famiglia e l’altra dedicata ai viaggi in Italia, in particolare a Roma a partire dai primi anni ‘60. Nella prima sezione ci sono le fotografie che Peggy ha realizzato nel corso di molti anni alla sua famiglia, durante celebrazioni, matrimoni, nascite.
Nella seconda sezione, dedicata ai viaggi compiuti in tutta Europa, spicca per intensità la grande attenzione dedicata all’Italia, quasi una patria d’elezione per lei. Peggy Kleiber riesce ad avvicinare gli strati sociali anche più marginali, lasciandosi incantare da luoghi ignoti. A Roma la sua è una “flânerie” non solo letteraria e artistica, ma anche politica e culturale: un viaggio che la porta dal Centro storico (percorso in lungo e in largo negli angoli meno turistici e in orari spesso insoliti) alle periferie più estreme della città e ai margini delle borgate, proprio negli anni in cui scrittori come Pasolini ne scoprivano le storie.
Tuttavia la sua curiosità non si ferma qui e Peggy Kleiber da Roma prosegue alla scoperta dell’Italia nascosta: in particolare Umbria e Toscana, innamorandosi dei tesori dell’Arte, ma anche la Sicilia, altra terra amata, dove stringe legami che dureranno per gli anni a seguire. Qui incontra Danilo Dolci, già conosciuto in Svizzera, ritraendolo in alcune preziose e inedite fotografie durante gli “scioperi al contrario” e al contempo soffermandosi sui volti dei bambini di Partinico.
Sia che essa rivolga il suo sguardo al proprio microcosmo familiare sia che lo posi sulle periferie del mondo o sulla vita nascosta delle città, Peggy Kleiber ci guida a un’osservazione lenta, ci spinge a prestare più attenzione alle emozioni tra le persone e ai gesti “sottili”, invitandoci a scoprire qualcosa che pensavamo di avere dimenticato.