Milo


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Fino al 18 febbraio nella Biblioteca Comunale Chiesa Rossa di Brescia, espone l’artista bresciano Milo (Lorenzo Mucchetti), fondatore del movimento Realtà Permanente, in una mostra personale composta da 29 tele accompagnate da un QRcode, sui depliant disponibili all’ingresso, che costituisce un’audioguida usufruibile dal proprio smartphone.

La selezione delle tele è dedicata al tema della Realtà Permanente, per la tutela del patrimonio artistico nel nostro Paese. Per il valore non solo artistico, ma anche educativo dell’iniziativa.

Il percorso dell’esposizione di Milo si apre con l’opera dedicata alla Chiesa Rossa ed è suddiviso in 4 momenti: la parete alta della sala d’ingresso con 7 opere di grande dimensione, la griglia centrale della sala d’ingresso che accoglie 8 opere, 4 per ogni facciata; poi lungo il salone centrale della biblioteca sui lati delle 10 librerie, che si susseguono sulla  sinistra, si trovano 10 opere delle quali 6 “pillole” e  4 ‘omaggi d’autore’; si arriva così alla sala maggiore dove l’esposizione si conclude con 2 opere dedicate a Brescia e Bergamo, capitali della cultura 2023 e ad  altre 2 opere di grandi dimensioni del ciclo “Omaggi d’autore”.

L’opera dedicata alla Chiesa Rossa di Milano si presenta portando in risalto la Madonna del latte, il Cristo pantocratore e l’abside.

MILO, La Scala, Milano

Con il Ponte di Rialto a Venezia siamo di fronte a uno dei ponti più iconici del mondo davanti al quale non si può rimanere indifferenti, emblema della varietà artistica italiana.

In questa opera si notano due colori non usuali per Milo: oltre al nero, al bianco e al rosso nell’azione del dripping, l’artista ha utilizzato anche l’acrilico di colore azzurro e giallo.

Assisi e la pace, poiché Assisi è pensata come capitale della pace nel mondo. Uno spunto importante per Milo per far emergere sentimenti e sensibilità dell’animo umano. L’opera presenta il grande rosone della basilica superiore di San Francesco d’Assisi e il volto della statua dedicata al santo.

Firenze e il suo David è un’opera dedicata alla città di Firenze, culla dell’arte rinascimentale. Qui si pone in evidenza la cattedrale Santa Maria del Fiore, la più grande in Europa e la terza chiesa del mondo, dopo San Pietro a Roma e St. Paul a Londra. Dal retro, a fianco della Cupola del Brunelleschi, si staglia il volto del celeberrimo David di Michelangelo.

Le pillole, radunate nel solone principale, lungo il quale si sviluppa la biblioteca della Chiesa Rossa. Sul lato destro si susseguono 10 serie di librerie e sul fianco di ognuna di queste si trovano 6 pillole e 4 omaggi d’autore. Le pillole sono la rappresentazione delle opere di Milo in dimensione minimale, dove comunque si ritrovano i medesimi concetti della Realtà Permanete ma senza applicazioni. Le pillole rappresentano monumenti presenti a Venezia, Bologna, Positano, Ferrara e la basilica di Sant’ Ambrogio di Milano.

Alternati alle pillole, 4 omaggi d’autore che concludono il percorso nella sala finale dove è sintetizzato questo ciclo con un’opera di grandi dimensioni, ricordando Alighiero Boetti e con un’installazione dedicata al pittore olandese Mondrian. Il ciclo degli omaggi d’autore nasce dall’ispirazione maturata durante il lockdown. In quel tempo di riflessione, Milo ha voluto omaggiare lo stile artistico dei principali maestri dell’arte moderna e contemporanea che hanno ispirato il suo pensiero artistico, reinterpretandole secondo il concetto della Realtà Permanente.

Infine, dedicate a Brescia e Bergamo capitali della cultura 2023, sono le ultime 2 opere che si possono considerare autobiografiche. Milo intende evidenziare che Brescia e Bergamo non sono solo instancabile dedizione al lavoro. Le orme delle due città si differenziano nelle cromie: bianche per Bergamo, per richiamare l’incolpevole decadimento causato dall’inevitabile passaggio del tempo, nere per Brescia, per denunciare la pessima qualità dell’aria, un altro record per la ‘Leonessa d’Italia’, ma questa volta in negativo.

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