Together. Interact – Interplay – Interfere


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Kunst Merano Arte propone fino al 25 settembre la mostra “Together. Interact – Interplay – Interfere”, a cura di Judith Waldmann, al cui centro è il tema della comunità in un momento storico nel quale essa è contestata da molteplici punti di vista, dopo che la pandemia aveva già messo a dura prova la vita sociale e la violenza del recente conflitto bellico. 

Ci chiediamo, dunque, quale sia il significato della comunità nella società contemporanea. Quali tipi di comunità esistono? Quali possibilità si aprono e quali pericoli si corrono quando il potere d’azione individuale si unisce a quello di molti, formando una collettività? A questi quesiti intende rispondere la mostra attraverso le opere di Adrian Piper, Anna Maria Maiolino, Ari Benjamin Meyers, Bart Heynen, Brave New Alps and Magari, Christian Niccoli, Daniel Spoerri, Francis Alÿs, Franz Erhard Walther, Hannes Egger, Isabell Kamp, Jivan Frenster, Karin Schmuck, Marina Abramović and Ulay, Melanie Bonajo, Norma Jeane, Officinadïdue, Rirkrit Tiravanija, SPIT!, Tania Bruguera e Yoko Ono.

Da una parte, la rassegna comprende una serie di lavori, tra cui When Faith Moves Mountains (2002) di Francis Alÿs, che raccontano come in gruppo si possa crescere al di là di se stess* e raggiungere obiettivi significativi; dall’altra parte, opere come We The Enemy (2017) del collettivo SPIT! mettono in discussione la tendenza dei gruppi a reprimere individualità e diversità.

Melanie Bonajo, Big Spoon, 2022, Still del video ‘When the body says Yes’ presentato alla 59° Biennale di Venezia, 2022, Courtesy the artist and Akinci, Amsterdam

Nella mostra, il pubblico è ripetutamente invitato a lasciare la propria “comfort zone” ed assumere insieme dei ruoli attivi. Questi aspetti interattivi e talvolta partecipativi sono articolati in tre sezioni:

Interact riunisce azioni collettive e progetti partecipati realizzati insieme in loco, come la creazione di un orto collettivo sulla terrazza della Kunsthaus o il reeanctment della “eat art performance” di Daniel Spoerri Zehn Suppenrezepte, realizzato negli anni ’80 a Brunnenburg, nei pressi di Merano.

Interplay riguarda opere in cui i visitatori e le visitatrici possono interagire tra loro in modo ludico, ad esempio giocando insieme a ping pong (Rirkrit Tiravanija, Tomorrow is the Question, 2015) o utilizzando uno degli “oggetti attivanti di Franz Erhard Walther tratti dalla serie, Erster Werksatz (1963–1969).

Interfere rimanda all’arte che fa appello all’impegno politico e sociale, all’empatia e al senso di responsabilità dei visitatori e delle visitatrici. Il collettivo Officinadïdue, per esempio, mette a disposizione del pubblico dei semi di pioppo, una pianta capace di assorbire grandissime quantità di CO2, dimostrando come tutt* possano combattere contro il riscaldamento globale.

Il percorso espositivo si chiude con un’opera d’arte collettiva particolarmente poetica: il “Wish Tree” (1996 – in progress) di Yoko Ono invita tutt* noi a formulare un desiderio per il futuro e scriverlo su un biglietto. Questi biglietti confluiranno, assieme a milioni di altri raccolti in tutti il mondo, nell’installazione a Reykjavík dedicata alla memoria di John Lennon. Il titolo, purtroppo sempre attuale, è Imagine Peace Tower.

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