I tempi della pittura. Cronografia di alcune opere di Renato Guttuso dipinte a Velate: l’archivio di Nino Marcobi


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Ai Musei Civici del Castello di Masnago, Varese, fino al prossimo 20 novembre è allestita una mostra con cui il Comune di Varese vuol far conoscere ulteriori aspetti di Renato Guttuso come uomo e pittore, svelando per la prima volta le fasi di idealizzazione e realizzazione di alcune sue importanti opere grazie all’archivio di Nino Marcobi, amico e uomo di fiducia del Maestro nel suo studio di Velate. L’Archivio Marcobi, che gli eredi hanno recentemente donato al Comune di Varese, consta di un inedito corpus di testi manoscritti giorno per giorno da Marcobi mentre assiste al lavoro e alle attività quotidiane dell’artista, corredati da altrettanto unico e ragguardevole patrimonio di materiali documentari e fotografici, che permette di conoscere l’attività professionale e relazionale di Guttuso a Varese in maniera nuova ed approfondita, non priva di vivaci note ed aneddoti, stimolanti sia per il cultore dell’artista sia per l’appassionato e lo studioso d’arte. Grazie alla registrazione giornaliera dei “diari di bordo” di Marcobi, è possibile seguire lo sviluppo degli studi grafici e la successiva stesura pittorica in progress, con modifiche e ripensamenti, di capolavori di grandi dimensioni realizzati a Velate, quali Giocatori di scopone (1981), Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles (1978) e il monumentale telero di Spes contra spem (1982).

Renato Guttuso, Giocatori di scopone, 1981, olio su tela, Collezione privata

Notevole per quantità e contenuti è il materiale su La Vucciria, uno dei più famosi telieri di Guttuso dipinto nell’estate del 1974 con cui si conclude il percorso espositivo: le centinaia di fotografie che sono state identificate e inventariate, consentono di ricomporre, come un puzzle, le singole fasi complesse e articolate della realizzazione del teliere. Per valorizzare e inquadrare al meglio la donazione e renderla fruibile al pubblico è stato elaborato un percorso che, con continui rimandi, mette in relazione ogni singolo e differente materiale donato con altri dipinti, provenienti da collezioni private e dalla Fondazione Pellin.

La mostra è corredata da un catalogo e da eventi collaterali a sostegno quali conferenze, visite guidate ed eventi specificamente organizzati su richiesta.

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