L’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia dedica all’artista Francesco Stefanini una mostra personale dal titolo “Nel Tempo. Opere 1972 – 2022”, a cura di Stefano Cecchetto, visitabile fino al 10 luglio prossimo.
Bertolucci lo volle per le scenografie degli interni di Segreti, il film per il quale Lina Sastri vinse il David come migliore attrice protagonista.
Era il 1985 e l’allora giovane artista aveva cominciato ad essere di casa in alcune delle più raffinate collezioni italiane. Sono di quel periodo le mostre monografiche alla Torbandena di Trieste, Steffanoni di Milano, Ravagnan di Venezia, Les chances de l’Art di Bolzano. Dagli inizi del novanta prende avvio la consacrazione internazionale di Stefanini con le personali a Tokio, Zagabria, Salisburgo, Praga, Vienna, Budapest, Mannheim, New York, Pechino, Brisbane, Sarajevo, Buenos Aires, Perth. Importante per lui il lungo soggiorno giapponese a Shirakawa dove l’artista respira il sentimento di un paesaggio recondito.
La mostra presenta cinquanta opere, per la maggior parte di grandi dimensioni, che rendono conto di 50 anni di lavoro dell’artista; precisa Stefano Cecchetto: “La mostra presenta un percorso cronologico che si sviluppa in forma contraria e comincia dagli ultimi straordinari dipinti dell’artista per poi approdare ai cicli degli anni Ottanta e Novanta e aprire una finestra sugli emblemi degli anni Settanta. In questo suo perdersi e ritrovarsi all’interno dei differenti decenni, Francesco Stefanini procede a un’immersione dentro alla stupefatta sospensione del tempo reale, un gioco di specchi dove si riflettono luci e ombre del suo immaginario poetico”.
Francesco Stefanini è tosco-veneto. Nato e cresciuto a Pietrasanta si è poi stabilito nel trevigiano, scegliendo di vivere all’ombra del Bosco del Montello, che domina il Piave. E anche la sua arte sembra corrispondere al mutamento degli ambienti. L’inizio vede l’artista lavorare sul legno delle matrici, aggiungendo colore alle forme geometriche. Quasi a richiamare le cave di marmo di casa. Poi, gradualmente, forme che si stemperano e si dissolvono in puro colore. Pulsazioni di un paesaggio senza territorio, all’interno del quale si svolge l’armonioso dialogo tra natura e pittura, un viaggio dentro al tempo sospeso del pensiero che si manifesta sulla tela in affascinanti e intensi bagliori di luce.
Nell’occasione della mostra, è stato pubblicato un catalogo, con un’antologia critica con scritti di Franco Solmi, Pier Carlo Santini, Vittorio Sgarbi, Marco Goldin, Flaminio Gualdoni, Elena Pontiggia, Luigi Meneghelli, Maurizio Sciaccaluga, Sandro Parmiggiani, Gianluca Marziani, Giuseppe Cordoni, Walter Guadagnini, Fabrizio D’Amico, Ennio Pouchard, Alessandra Santin, Dino Marangon.