Olevano Romano. Misurare un mito


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All’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo Roma, fino al 6 luglio prossimo, è accolta la mostra “Olevano Romano. Misurare un mito” a cura di Florian Illies (per l’arte dell’800) e Julia Trolp (per i lavori contemporanei). In mostra sono esposti lavori di sedici pittori realizzate a Olevano tra il 1820 e il 2021 che appartengono a collezioni tedesche e internazionali; artisti, le cui opere risalgono al periodo intorno al 1825, come Joseph Anton Koch, Carl Hummel, Johann Joachim Faber, Janus La Cour, Gustav Heinrich Naeke, Heinrich Reinhold, Wilhelm Schirmer e Carl Schuch. Sono presenti anche opere contemporanee di artisti che hanno soggiornato come borsisti a Casa Baldi o Villa Serpentara a Olevano Romano come Esther Ernst, Simone Haug, Antonia Low, Olaf Unverzart, Martina Wolf e Filip Zorzor.

Wilhelm Schirmer-Veduta di Civitella


Più di duecento anni fa, la piccola città di montagna Olevano Romano fu scoperta dai pittori del romanticismo tedesco, ma anche francese e danese, e trasformata in un nuovo spazio percettivo e luogo mitico dove dedicarsi principalmente alla pittura di paesaggio. Nel mezzo dell’epoca dell’incipiente industrializzazione, si manifestò la narrazione romantica di un’Italia rurale caduta fuori dal tempo, in cui temi agricoli si mescolano con temi biblici e mitologici nelle raffigurazioni. I Nazareni Ludwig Richter e Joseph Anton Koch realizzarono qui le loro più importanti opere romantiche – allo stesso tempo Olevano divenne anche il principale centro europeo per lo studio della pittura a olio: negli anni Venti del XIX secolo, pittori del calibro di Camille Corot, Heinrich Reinhold, Friedrich Nerly ed Ernst Fries usarono la pittura a olio per trasporre la natura direttamente su tela, realizzando nella zona di Olevano le maggiori opere della nuova pittura “en plein air”.
Grazie alla presenza dell’Akademie der Künste di Berlino con Villa Serpentara e dell’Accademia Tedesca Roma con Casa Baldi, ogni anno dodici artisti trascorrono una residenza di tre mesi a Olevano Romano. Non solo durante questa permanenza nascono sovente opere site-specific, ma viene preservata la tradizione ormai secolare della colonia di artisti.
La mostra è corredata da un catalogo.

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