Per dare concretezza al dialogo con il territorio, il MAXXI de L’Aquila, ospita, fino al 12 giugno, “Mappa Appennino”, la nuova mostra di Angelo Bellobono, artista da sempre impegnato nell’indagine delle relazioni tra antropologia e geologia. A cura di Elisa Del Prete e Silvia Litardi, la mostra è articolata in due sezioni: al MAXXI L’Aquila e alla Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre Onlus. L’allestimento presenta il frutto della ricerca pittorica che l’artista ha condotto negli ultimi cinque anni sull’Appennino a partire da una frequentazione diretta che si è poi riversata sulla tela tramite un processo di memoria, esperienza e sperimentazione.
È esposta una selezione di opere inedite che invadono lo spazio secondo un ritmo irregolare che rimanda all’equilibrio instabile tipico dell’esperienza in montagna.
Alla Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre Onlus sono esposti lavori cronologicamente precedenti, che ci restituiscono per la prima volta l’intero percorso del progetto Linea1201, il programma di residenza diffuso sul territorio appenninico che, nell’estate del 2020, ha portato l’artista a lavorare in vetta, dalle Mainarde al Monte Alpi, quindi nella Valle del Samoggia in Emilia-Romagna fino ai Monti della Laga. Ne sono derivati lavori variegati, che sfruttano supporti diversi e si mettono in discussione tramite tagli, cuciture ed equilibri precari, in cui la tela può perdere la rigidità di un telaio per diventare “un paesaggio di queste terre alte, spesso tenute insieme anche solo da una tenace, seppur fragile, relazione” come afferma l’artista.
I lavori in mostra si propongono oggi come suggestioni per interrogarsi su un territorio che pone questioni specifiche legate alla sua fragilità, al suo stratificarsi, su una dorsale appenninica che funge da versante, da spina dorsale del nostro Paese, mettendo in discussione linee di confine tra aree, regioni, paesaggi. Un viaggio, quello di Bellobono, che, nato in solitaria presso il rifugio della Capanna Charles sul Monte Marrone, si è poi nutrito di incontri, con persone e territori, fino all’ultima tappa ad Amatrice in cui l’artista ha scelto di chiamare a confronto altri tre colleghi che in modo diverso si relazionano alla pittura: Chris Rocchegiani, Davide D’Elia e Beatrice Meoni. Il dialogo artistico condiviso nei giorni di residenza viene riproposto in mostra attraverso la messa a contatto delle opere create in quella situazione e che contribuiscono dunque ad articolare una mostra eterogenea che ben rappresenta la pratica “attiva” di un artista che si esprime formalmente attraverso la pittura, ma che fa di essa l’esito di un agire che passa sempre per un’esperienza diretta: “dipingere per me è come svuotare lo zaino dopo un viaggio”, dice l’artista.
Accompagna la mostra il volume Mappa Appennino, edito da Viaindustriae publishing con la collaborazione scientifica della Società Geografica Italiana.
Il progetto Linea1201 è stato promosso da associazione Atla(s)Now, realizzato con il contributo di Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, in collaborazione con Comune di Rocchetta a Volturno, “A Cielo Aperto”, Associazione Culturale Vincenzo De Luca di Latronico, Fondazione Rocca dei Bentivoglio di Bazzano, Casa della Montagna di Amatrice, grazie allo sponsor tecnico Lefranc & Bourgeois.