Alfonso Femia. Architettura e Generosità


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“Il tavolo dell’architetto” è un progetto che prevede una serie di mostre temporanee realizzate in collaborazione con la rivista AREA e che vede protagonisti celebri architetti, collettivi e studi di architettura del panorama contemporaneo internazionale e la mostra di Alfonso Femia, al Museo Novecento di Firenze fino al 5 ottobre, rappresenta il decimo appuntamento di questa rassegna. 

La trasformazione del loggiato interno del Museo Novecento si adatta alla mostra Architettura e Generosità che esplora il mondo intimo e progettuale di Alfonso Femia e dei suoi Atelier(s) a partire dalla rappresentazione della Balena. Rappresentazione immaginifica e zoomorfa dei contenuti e dei valori dello studio, questo simbolo, che trae ispirazione dell’opera di Pino Pascali, riassume i valori fondativi degli Atelier(s) Femia attraverso una serie di pensieri che “provengono dagli abissi più profondi del mare, in grado affiorare e creare un dialogo proficuo con i diversi Tempi dell’umanità”, dichiara Laura Andreini, curatrice della mostra.

Alfonso Femia, Architettura e Generosità, Installation view Museo Museo Novecento Firenze, 2022, Ph Serge Domingie

La Balena è dunque paradigma di come Alfonso Femia interpreta l’architettura: un percorso di immersione nella profondità delle situazioni e dei luoghi, di riflessione sulla loro storia per arrivare a formulare un’ipotesi di progetto armonica e coordinata con i contesti e con le aspettative delle persone.

Tutto questo si sviluppa lungo i due bracci delle logge dell’antico Spedale delle Leopoldine, dove il “Realismo Immaginario” di Alfonso Femia accompagna il visitatore tra colori, oggetti di ceramica, disegni, parole, schizzi, video e suoni provenienti dalla profondità dei mari.

Cura, Desiderio, Esplorazione, Generosità, Responsabilità, Viaggio, Narrazione, Pensiero, Territorio e Continuità sono i capisaldi del pensiero progettuale di Alfonso Femia rappresentato nelle sagome di creature celesti, lungo le vetrate che perimetrano il loggiato. Disegnati da Gigi Pescolderlung per il libro scritto da Alfonso Femia assieme a Paul Ardenne dal titolo La Città Buona. Per una Architettura responsabile, accompagnano il percorso della mostra e simboleggiano il decalogo di intenzioni che gli Atelier(s) adottano come buona pratica progettuale, per costruire un rapporto armonico (ancora utopico) tra uomo e città.

All’interno della mostra sono presenti circa 30 opere, tra cui modelli e maquette in ceramica, oltre al Bestiario Mediterraneo ideato da Alfonso Femia nel 2011 in occasione del progetto delle OGR di Torino e realizzato dal Maestro ceramista Danilo Trogu, che da sempre accompagna questo viaggio.

Sono esposti preziosi momenti “Inside The Whale”, dentro la Balena: le persone che “fanno” lo studio – gli architetti, gli ingegneri, i comunicatori, gli amministrativi; le mani nella loro straordinaria muta espressività; le città degli Atelier(s), Genova, Parigi, Milano, una terna geografica e urbana che crea esplosive connessioni trans-progettuali. Soprattutto, la Balena e la sua stella, guide e compagne di viaggio.

Il Tavolo di Alfonso Femia si configura, dunque, come un ponte tra le dimensioni progettuali, architettoniche, artistiche, compositive e tecnologiche, tra la memoria e il presente, paradigma di un dialogo intimo e particolare con ogni luogo, città e territorio. Pensieri che provengono dagli abissi più profondi del mare in grado affiorare e creare un dialogo proficuo con i diversi Tempi dell’umanità.

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