Fino al 12 giugno prossimo, alla Rocca Sforzesca, Musei Civici di Imola, è esposta una importante mostra fotografica dedicata alla figura di Marco Simoncelli, motociclista drammaticamente scomparso nel 2011.
Il percorso, che si snoda in circa cinquanta scatti, è strutturato come un grande racconto per immagini realizzato dal fotografo Mirco Lazzari, che attraverso il suo obiettivo restituisce in circa cinquanta scatti non solo il personaggio pubblico di Simoncelli, reso noto dalle sue imprese agonistiche, ma anche diversi aspetti più intimi e meno noti, raccontandoci così le emozioni, le fatiche, le speranze e anche l’umanità di un ragazzo le cui gesta sportive e il cui destino lo hanno consacrato a una dimensione quasi leggendaria.
L’accostamento proposto tra il racconto della “cavalcata” sportiva di Simoncelli e le collezioni d’armi e di armature esposte nella Rocca suggerisce al pubblico un affascinante parallelismo tra il pilota e i cavalieri rinascimentali, un’analogia in un certo senso anticipata nel sottotitolo stesso della mostra
Assieme a Mirco Lazzari, la mostra è curata da Diego Galizzi, direttore dei Musei Civici, che afferma: “Sin da subito ho trovato una certa affinità spirituale e anche di linguaggio tra le saghe dei cavalieri del passato e la moderna narrazione delle imprese di leggende sportive come Marco Simoncelli. A pensarci nell’immaginario di allora come di oggi sono due fenomeni molto simili, accomunati da una dimensione eroica, ma anche da una costante convivenza con la paura, il coraggio, il sudore e dall’intima accettazione del rischio della morte. Un’esistenza che sa di sfida e di epica”.
La capacità di cogliere a fondo il lato emotivo dei protagonisti delle sue fotografie rende il progetto di Mirco Lazzari molto più che un reportage di una carriera sportiva, avvicinandolo piuttosto a un racconto partecipato e affettuoso, sostenuto dal sentimento dell’amicizia. È Mirco Lazzari stesso a raccotare: “Questo progetto è un omaggio a un ragazzo speciale, che ha regalato grandi emozioni. Per ricordare una persona come Marco Simoncelli, che viveva di emozioni, credo sia fondamentale provare a ritrasmetterle, cercando di farle rivivere attraverso quello che di lui ancora abbiamo nella mente: i ricordi e, appunto, le immagini”.