Luisella Traversi Guerra. L’ideale della maestria


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Una mostra di Luisella Traversi Guerra al Museo della Permanente di Milano fino al 24 aprile prossimo, presenta oltre 40 opere che ripercorrono la fase creativa più matura dell’artista, caratterizzata da una cifra espressiva che ruota attorno alla Natura e a quel crogiuolo di forme, luci e colori che questa riesce continuamente a generare e rigenerare.

Luisella Traversi Guerra, Sciogliersi nell’emozione dei colori, cm180x250, Acrilico su tela, 2015

L’esposizione è organizzata dalla Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente e da Skira editore, curata e allestita da COIMA Image, studio di progettazione architettonica, interior design, space planning.
Da sempre al centro degli interessi di Luisella Traversi Guerra, la natura è il luogo in cui l’uomo avverte la propria arcaica appartenenza alla terra. Muovendosi da suggestioni impressioniste, passando da Van Gogh all’amatissima Georgia O’Keeffe, il segno di Luisella Traversi Guerra si fa più materico, attingendo alla grande tradizione naturalistica lombarda, quella di Ennio Morlotti ma anche di Piero Giunni e Ilario Rossi. Questa densità determina una vera e propria rivoluzione che si realizza grazie all’immaginario della pittrice. Passo dopo passo, il floreale vira verso l’informale, le tracce di figurativo scolorano nell’astratto, in un afflato di spiritualità. Contemporaneamente, l’artista modifica il suo modus operandi, passando dalla pittura a olio, alla tempera e infine all’acrilico.
Il ciclo dei Materici espressivi risulta di fondamentale importanza nell’itinerario artistico di Luisella Traversi Guerra, non solo per la nuova centralità “materica”, quanto per la presenza ricorrente della figura del cerchio che si ritrova nelle sue opere come Rosa Mistica del 2009.
Il “cerchio”, la “preghiera” sono due parole chiave del suo vocabolario, che non vanno minimamente trascurate, ma al contrario accolte nel loro senso mistico.
Il percorso espositivo propone lavori iconici come “La vita è bella” del 2015, “Nel blu del mio cielo” del 2018, “Antropocene” del 2019, “Pensiero nudo” del 2015, chiaro esempio di astrattismo spirituale.
Il titolo della rassegna, mutuato dalla citazione di Jun’ichiro Tanizaki, uno dei più autorevoli scrittori giapponesi, ragiona sulla maestria come vertice dell’espressione artistica che viene raggiunta attraverso un metodico e costante esercizio tecnico. Lo stesso che Luisella Traversi Guerra insegue e che lega come un filo rosso le sue varie stagioni creative, in cui la pittura non è vista come mera professione, quanto come vocazione, necessaria alla propria crescita interiore.
Accompagna la mostra un volume Skira, con testi di Franco Marcoaldi e Chiara Gatti.

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