Antonio Saporito e Piero Gianuzzi


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La Fondazione della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, celebra i suoi 300 anni dalla fondazione ospitando, fino al 26 aprile prossimo, una doppia mostra personale dedicata a Antonio Saporito e Piero Gianuzzi , curate da Italia arte e Museo MIIT.
La mostra gode del Patrocinio di Regione Piemonte, Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, Amici Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino e di altri Enti pubblici e privati.


Antonio Saporito (Rocchetta Sant’Antonio, FG, 1940) è artista contemporaneo allievo di Lucio Fontana e qui sono esposte circa 50 opere tra le più rappresentative della lunga carriera artistica del pittore e scultore, opere che abbracciano buona parte dei temi del suo Curriculum artistico. Le opere di Antonio Saporito sono improntate sullo spazialismo, l’astratto nello spazialismo in relazione al futuro, una ricerca artistica che sceglie la via dell’astrazione utilizzando materiali metallici. Si tratta in special modo di lastre di acciaio prodotte con pigmenti colorati particolari ed unici, che rendono protagonista la colorazione, che muta in relazione alla posizione da cui il quadro viene visto. Un quadro diverso ogni volta, soprattutto nei colori, ma anche pannelli scultura in piombo o opere luminose in metallo. E poi ancora sculture in legno e metallo per un percorso affascinante e avanguardista. Piero Gianuzzi (Torino 1937 – Alpignano 1996) è rappresentato con un’antologica che si sviluppa in un percorso attraverso le diverse stagioni del ‘900. L’esposizione traccia un affresco della creatività di Gianuzzi, prendendo in esame varie serie che negli anni si sono susseguite, intersecate, completate a vicenda fino a formare una personalità complessa e profondamente ancorata ad una attenta e sincera rappresentazione dell’esistenza. Un’interpretazione del mondo e della vita, dell’Uomo e dell’Essere che Piero Gianuzzi ci restituisce nei ‘frammenti’ di memoria, ironicamente definiti dall’artista ‘affreschi’, quasi a sottolineare quanto l’arte riesca a rendere immortale ed eterno l’attimo dell’ispirazione e della creazione. Nei ‘ritratti’, invece, l’artista coglie l’essenza dei suoi personaggi, raffigurandoli spesso incorniciati da uno spazio definito e circoscritto, quadro nel quadro esaltando così il ruolo della scenografia e dell’ambiente circostante. Anche ottimo incisore, Gianuzzi esalta nel tratto continuo la definizione delle prospettive, i diversi piani compositivi, l’armonica consonanza dei toni e dei colori in una suggestiva, silente ed onirica metafora della vita. Il desiderio di libertà, la continua sperimentazione su materiali e con tecniche diverse trovano in Gianuzzi una raffinata scuola di pensiero, che spazia dalla metafisica al simbolismo, rendendo l’immagine elemento riconoscibile e riconducibile a un’idea, a una realtà. Nel teatro della vita i protagonisti delle opere di Gianuzzi inseguono l’inconscio, tentano di decifrarne gli alfabeti più nascosti e profondi, dall’infanzia alla vecchiaia per giungere, infine, alla conoscenza della terrena fragilità umana, di quella ‘realtà immaginata’ che per tutta la vita ha affascinato l’uomo e l’artista.

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