Il canto sospeso della pittura


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Prodotta dall’Assessorato alla Cultura e Spettacolo, Musei Civici di Cagliari in collaborazione con la Fondazione Gastone Biggi, a Palazzo di Città, di Cagliari, appunto, è allestita una grande retrospettiva dedicata al pittore romano realizzata a cura di Claudio Cerritelli e aperta fino al 28 febbraio prossimo.   

Gastone Biggi, Il canto sospeso della pittura, Palazzo di Città, Cagliari, ©Giorgio Marturana

Sui 4 piani del Palazzo di Città l’esposizione si snoda con 160 opere pittoriche che, coprendo un arco cronologico che va dalla fine degli anni ’50 al 2014, ripercorre i momenti dell’evoluzione artistica e tecnica del Maestro. Il pittore, scomparso il 29 settembre del 2014, è stato anche poeta, musicologo, scrittore, saggista e la sua molteplicità culturale è ciò che contraddistingue la sua produzione artistica che ha attraversato il Novecento fino ad arrivare nel nuovo Millennio come prezioso testimone di un secolo di Storia tra i più mutevoli e pregni di avvenimenti dell’esistenza umana. Nel suo percorso umano e artistico Gastone Biggi, che con la sua attività pittorica partecipava a numerose mostre personali in Italia e all’estero oltreché alle più importanti Biennali e Quadriennali, non ha mai interrotto fino al 1984 l’insegnamento di materie artistiche al Liceo Artistico di Roma, evidenziando l’intima necessità di insegnare l’amore per il sapere. La mostra si articola in 16 sezioni che tracciano tutto il percorso artistico di Biggi dal 1947, quando realizza i Figurativi, seguiti dalle Cancellate, a partire dal 1957, per passare poi agli Informali. A seguire troviamo Tempi e Lettere in cui adotta la tecnica della colatura del colore. Dal 1962 abbiamo i Continui, con sperimentazioni grafiche sul rapporto tra punto e spazi bianchi, scritture basate sul segno. Segue il ciclo delle Variabili, dove accanto al punto dei Continui compare il quadrato, e poi Tangenziali e ritmi, alla fine degli anni Settanta. Seguono Cieli – Giorni, eseguite tra il 1978 e il 1986, che segna la ripresa del colore, già iniziata nelle Variabili policrome. Nel passaggio successivo troviamo i Campi, in cui Biggi opta per il formato orizzontale, abbandona la tecnica “puntiforme” a favore del colore, seguiti dai Canti della memoria, definita anche la serie della follia è un gruppo di opere, in genere quadrate, dove la matrice informale è dominante. Poi, Luci, in cui Biggi comincia a mettere in dubbio la struttura geometrica e dipinge opere sulla luce. Tabule costellazioni, dove lo spazio viene colmato da una serie di punti che sembrano nel loro insieme dei tabulati romani. Seguono le Costellazioni aventi come tema il firmamento e poi le Icone, riscoprendo le sabbie usate in passato e per rievocare il senso dell’affresco. La sezione successiva è dedicata alla Cosmocromie, quadri che nascono dalla cancellazione di quello che aveva fatto precedentemente. A partire dal 2005, Gastone Biggi lavora su due cicli di opere di grandi dimensioni intitolati Eventi e divisi in due parti: Guerra e Pace. Alcune opere della serie della Guerra sono ispirate alla guerra irachena, altre alla Seconda Guerra Mondiale con l’atomica. Nella serie della Pace l’artista ha voluto raccontare il fluire dei fiumi, l’amore dei corpi, la vivacità delle feste. Poi la serie Ayron, titolo di fantasia da un racconto che Biggi scrisse ispirandosi al volo degli aironi. Puntocromie, New York 3, Fleurs, Partiture. “Datemi un punto e vi dipingerò il mondo”, diceva Gastone Biggi e il punto diventerà anche nell’ultimo periodo il codice espressivo principale del racconto nei quattro cicli conclusivi della sua vita.  

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