Simbiosi


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Curata da Mario Nanni ed esposta fino al 17 gennaio 2022 al Museo Marino Marini di Firenze, la mostra dedicata a Fabio Gambina è un’indagine meditativa sulla relazione tra scultura, pittura, architettura e arte sacra, ‘nella luce e oltre la luce stessa’.
Sono qui esposti 25 scatti ideati appositamente per il Museo che ne ritraggono ed esplorano gli interni. Fabio Gambina fotografa le opere nel contesto architettonico che le accoglie, esaltando i dettagli delle sculture di Marino Marini, in un rapporto simbiotico tra spazio e opera.

© Fabio Gambina, Simbiosi, Museo Marino Marini, Firenze


Il formato è quadrato, risultato dell’intersezione tra la lettura dello slancio verticale della chiesa di San Pancrazio, che contiene il Museo, e quello orizzontale dei diversi livelli su cui i camminamenti si distribuiscono. La rappresentazione è in bianco e nero, per dare il massimo risalto alla forma della luce, sottolineandone l’essere materia artistica in dialogo con l’architettura e le opere. Gambina elimina ogni elemento cromatico che possa distogliere da questa premessa teorica per raggiungere, tramite un processo di sottrazione, essenzialità estetica e incisività di contenuto.
La mostra è realizzata nell’ambito di “metaluce”, il programma di iniziative che, attraverso fotografia, opere d’arte e parole, rilegge il Museo stesso come luogo di interconnessione tra arti e esempio di umanesimo universale, a cura del visiting director 2021 marionanni. 3 i fotografi coinvolti: oltre a Gambina anche Clara Melchiorre, che ha aperto la rassegna con la mostra Lumen e un terzo nome ancora da confermare che la chiuderà nel 2022. marionanni, progettista e maestro della luce per istituzioni quali la Royal Academy of Arts di Londra e la Kunsthaus di Zurigo, attualmente in mostra presso il Quirinale a Roma, propone il Museo Marino Marini come spazio di sperimentazione e ricerca per capire e interpretare la luce naturale. 

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