Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto


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“Un atelier a cielo aperto” è la mostra curata da Daniela Ferretti e organizzata dalla Pinacoteca Agnelli in collaborazione con Fondation Marguerite et Aimé Maeght e MondoMostre, con FIAT quale main partner del progetto, mentre l’allestimento è a cura di Marco Palmieri.

Fino al 13 febbraio 2022, sono esposte a Torino settantasette opere di grandi artisti del XX secolo, tra cui Braque, Calder, Chagall, Giacometti, Léger, Matisse e Miró, che hanno condiviso con altri maestri la passione e la visione dello straordinario progetto di Aimé Maeght e sua moglie Marguerite dando vita a un vero e proprio “atelier a cielo aperto” sulle colline di Saint Paul de Vence. L’esposizione si incentra infatti attorno a quel nucleo di artisti che per primi hanno intuito il potenziale di una giovane coppia che, mossa da una genuina passione per l’arte espressa in tutte le sue forme e dotata di una rara capacità manageriale, si sarebbe costruita una posizione di primissimo piano nel mercato dell’arte mondiale.

L’esposizione si tiene in parte negli storici locali della Pinacoteca e in parte nel nuovo parco pensile del Lingotto divenuta oggi Pista 500.

In omaggio alla variegata poliedricità delle scelte artistiche della famiglia Maeght, la curatrice ha selezionato le opere della mostra torinese ponendo l’accento sulla possibilità per gli artisti ospitati a Saint Paul de Vence di misurarsi con i più diversi medium, impiegando talvolta anche tecniche e materiali diversi da quelli tipici della loro produzione abituale. Il disegno gioca qui un ruolo fondamentale: lungo il percorso espositivo si incontrano ad esempio magnifici progetti a carboncino di Raoul Ubac per i suoi ieratici monoliti in pietra nera, disegni di Christo per la Mastaba da costruire nella Cour Giacometti, invenzioni poetiche e ironiche di Saul Steinberg, incantevoli delicate matite di Pierre Bonnard e lo sconfinato talento artistico di Matisse espresso attraverso il carboncino, l’inchiostro, la matita…

Anche di Alberto Giacometti e Eduardo Chillida si sono privilegiate opere grafiche: disegni a matita per lo scultore svizzero e incisioni per quello spagnolo-basco.

Una sala è interamente dedicata a Georges Braque, del quale sono esposti oltre a un importante olio su tela della serie degli Atelier, anche sculture in bronzo, in pietra e un tondo in ceramica.

Joan Miró nei lunghi mesi trascorsi ogni estate a Saint Paul ha potuto lavorare con la ceramica, il cemento, la lamiera metallica.

Nove sculture sono collocate all’aperto nel parco di Pista: queste opere rappresentano una piccola ma raffinata scelta di lavori di artisti del secolo scorso intimi della coppia di collezionisti, che comprende due bronzi e una lamiera di Miró, i grandi bronzi di Ossip Zadkine e Jean Arp, con opere di Jean-Paul Riopelle, Claude Viseux, Norbert Kricke e Barbara Hepworth.

La mostra è corredata da un catalogo edito da MondoMostre.

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