Fino al 16 ottobre prossimo, alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia è allestita la mostra antologica “Omaggio a Virgilio Guidi” che si avvale della Collezione Sonino, realizzata a cura di Stefano Cecchetto, Giovanni Granzotto e Dino Marangon in cui è presentato tutto il percorso artistico del Maestro, padre e ispiratore di generazioni di artisti veneziani.
La mostra è organizzata da Fondazione Bevilacqua La Masa, in collaborazione con Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro. Inserita nella programmazione ufficiale di Venezia 1600, presenta 220 opere e si articola in tre sedi espositive.
Nella sede di Piazza San Marco della Fondazione Bevilacqua La Masa sono esposti ottanta capolavori che partono dai primi anni Dieci del secolo scorso. L’esposizione presenta gli interni e le figure degli anni Venti, per continuare con i paesaggi romani di quegli anni e i paesaggi del Brenta del 1927, per arrivare alle Venezie della fine degli anni Venti e alle Figure degli anni Trenta e Quaranta, proseguendo nel documentare il magico periodo dello Spazialismo veneziano del dopoguerra con tutti i cicli come le Figure che si levano, i Tumulti, i Cieli antichi, le Marine Zenitali etc., senza tralasciare le famose Baronesse, per poi concludere con le ultime grandi opere dei Bianco su Bianco della fine degli anni Settanta.
La sede di Palazzetto Tito ospita significativi dipinti degli ultimi 30 anni della produzione di Guidi, insieme a una selezione esaustiva dell’importante collezione Sonino, composta soprattutto da marine, ma anche da splendide figure di donna, alberi, figure agitate, etc., opere tutte appartenenti al periodo successivo all’ultima guerra.
L’esposizione prosegue alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro: nell’imponente secondo piano, con la vista sul loggiato affacciato sul Canal Grande, trovano spazio alcune Nature morte degli anni Dieci, i Carabinieri a cavallo del 1920, il Pittore all’aperto del 1924, l’Uomo che legge del 1927 e alcuni Bacini di San Marco, sempre della fine degli anni Venti. A dialogare con questi capolavori, altri capolavori del Rinascimento Italiano, come alcuni ritratti di Bernardino Licinio e Sebastiano del Piombo e tre vedute di Francesco Guardi, oltre ad una Natura morta fiamminga sul genere di quelle già presenti nella collezione permanente del museo.
L’esposizione nel suo complesso si propone di mostrare in che modo Virgilio Guidi abbia cambiato completamente la visione del paesaggio e, in particolare, della veduta paesaggistica, inventando una sintesi perfetta e assoluta tra l’idea di paesaggio e l’idea stessa di Venezia. E, ancor di più, come sia stato capace di coniugare nella pittura moderna la luce rinascimentale con la luce veneziana, a sua volta una sintesi fra luce ideale e luce fisica.
La mostra è corredata da un catalogo edito da Manfredi Edizioni.