Alla Fondazione Merz di Torino, prosegue fino al 26 settembre la tredicesima edizione di Meteorite in Giardino, storica rassegna estiva d’arte che prende nome da un’opera di Mario Merz del 1976, curata da Maria Centonze e Agata Polizzi, dal titolo Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, che si propone ancora una volta come momento di mediazione tra presente e futuro, tra i limiti che dividono il nostro senso di appartenenza al concreto e la profonda necessità di esplorare, contemplare e costruire attraverso l’arte una visione onirica e liberatoria.
Gli artisti invitati per questa nuova edizione sono Basim Magdy, Silvia Maglioni & Graeme Thomson e Nina Carini che presentano le seguenti opere: “M.A.G.N.E.T” di Basim Magdy, un video che inizia con un palloncino che galleggia nel cielo sopra Manhattan, prosegue con un viaggio al centro della terra e finisce con una visione apocalittica che coinvolge l’intera città: una progressione poetica che racconta, attraverso immagini oniriche, un mondo avviato verso una radicale trasformazione. Silvia Maglioni & Graeme Thomson in “Like Lichens Listen”, opera video e installazione di parole che trasportano il visitatore nella foresta, ad assistere alla vita degli alberi e ad ascoltare i suoni della natura. Nina Carini con l’installazione “The indeterminacy of an encounter”, unisce il cielo e la terra in uno specchio d’acqua in cui vibrazioni sonore imprevedibili e profonde arrivano da un misterioso altrove. Luce, suono e materia si mescolano, fluidi e cangianti e insieme diventano microcosmi in cui abitare.
Ad accomunare le opere, nella visione delle curatrici, è il rapporto tra l’azione dell’artista e il sogno. Come nella Tempesta di Shakespeare, da cui prende spunto il titolo di questa edizione, la mostra propone al visitatore di essere ospite di un’isola meravigliosa piena di insidie, prove continue della nostra capacità di stare al mondo, vivendone la quotidiana avventura, il cui centro è la rappresentazione perfetta del mistero dell’esistenza.
L’azione dell’artista amplifica la visionarietà che ci appartiene, suggerisce possibili scenari, ci riporta nel sogno. Come nell’opera di Shakespeare sono contenuti tutti gli elementi naturali e tutti i miti, c’è il passato e il futuro, c’è l’umanità in balia dell’imprevedibile, c’è l’audacia e la consapevolezza di essere artefici di sé stessi.