Dialoghi: Pino Pascali/Gino Marotta. Artifici naturali


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Il confronto tra due innovatori dell’arte italiana ed internazionale negli anni Sessanta costituisce l’architrave tematico di “Dialoghi: Pino Pascali/Gino Marotta. Artifici naturali”, doppia personale a cura di Rosalba Branà e Lorenzo Canova, fino al 17 ottobre prossimo, alla Fondazione Pascali di Polignano a Mare. Legati da un profondo rapporto di amicizia e provenienti dal comune contesto delle neoavanguardie romane, Pino Pascali e Gino Marotta hanno creato, attraverso la sperimentazione nell’arte ambientale, una nuova concezione dell’opera d’arte e del suo rapporto con il fruitore, anche attraverso l’utilizzo di nuovi materiali e di differenti linguaggi artistici. La mostra, che indaga la relazione tra artificio, natura e paesaggio, si snoda in un percorso organizzato in sezioni, in cui le opere di Pascali e Marotta dialogano tra loro. 

Gino Marotta, “Oasi d’ombra” (1966-1973), metacrilato, ph Marino Colucci.

I due artisti (entrambi nati nel 1935) erano accomunati da un legame di amicizia fatto di affinità poetiche e di visione. Entrambi attivi nel fervido contesto delle neoavanguardie romane, Pascali e Marotta rappresentano due personalità centrali all’interno di quelle ricerche che, partendo dall’utilizzo dei nuovi materiali del mondo contemporaneo, hanno dato vita a una nuova idea dell’opera d’arte e del suo rapporto con lo spettatore, attraverso lo sconfinamento e l’immersività dell’arte ambientale, alla quale i due artisti hanno dato contributi basilari e ancora attualissimi.
Interesse per i nuovi materiali offerti dal mondo industriale e, in contrasto, il ritorno continuo alla natura, la contaminazione con i settori della scenografia e della pubblicità, della televisione e del cinema, nei quali entrambi sono stati attivi.
I due autori hanno tracciato un percorso di ricerca esponendo entrambi in mostre fondamentali come Lo Spazio dell’Immagine a Foligno (1967) e 4 artistes italiens plus que nature del 1969, la celebre mostra parigina di cui Pino Pascali è stato protagonista insieme a Marotta (con Mario Ceroli e Jannis Kounellis), nonostante fosse tragicamente scomparso l’anno precedente.
L’incontro negli spazi della Fondazione Pascali si esplica in un percorso organizzato in più sezioni, che raccontano la relazione tra tensione modulare, finzione, sperimentazione e tema del paesaggio, attraverso le opere “Albero del Paradiso”, “Oasi d’Ombra”, “Natura Modulare”, “Paesaggio Artificiale”, per citarne solo alcune tra quelle in mostra, dal 1964 al 1973. I “Cinque Bachi da setola e un bozzolo” di Pino Pascali dialogano con le “Ninfee” (arancio, verde acido e nere) illuminate al neon di Marotta, in un tripudio tra natura, invenzione e artificialità.
Con questa mostra, la Fondazione Pino Pascali prosegue nel suo percorso di indagine storico critica che pone l’opera di Pascali a confronto con quella di altri maestri, non necessariamente coevi, in un gioco di rimandi, visioni poetiche, afflati comuni.

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