L’Accademia d’Ungheria a Roma, al piano Nobile di Palazzo Falconieri presenta al pubblico la mostra del Museo Ungherese del Commercio e del Turismo dedicata ai poster vintage.
“Il libro illustrato della strada, l’arte decorativa della strada, la galleria della strada, il figlio della metropoli”, queste sono solo alcune definizioni con cui i critici descrissero i poster, a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
Il boom economico, l’inizio della produzione di massa, lo sviluppo urbano e l’imborghesimento che ne conseguiva, diedero al poster una ragion d’essere in Ungheria, negli ultimi decenni del XIX secolo.
I poster divennero dunque un metodo di misura per la vita industriale, commerciale, politica e artistica, e per molto tempo furono gli strumenti più importanti dei mass media e allo stesso tempo quelli della formazione del gusto. I primi manifesti furono concepiti nello spirito dell’accademismo e dello storicismo naturalistico, intrecciati con elementi allegorici. La letteratura specifica considera quale primo vero manifesto la pubblicità dell’Esposizione Generale di Budapest del 1885. L’autore del poster fu il pittore Gyula Benczúr.
L’arte dei poster ungheresi nei primi decenni del XX secolo si ampliò. Le riproduzioni iniziali, caratterizzate da colori pittoreschi e ampie macchie di colori, grazie all’applicazione dei contorni semplificati e alle specifiche trovate grafiche, pian piano divenne una branca dell’arte applicata sempre più ricca. I poster colorati in mezzo al trambusto delle strade di Budapest, divenuta nel frattempo una vera metropoli, catturarono sempre di più lo sguardo dei passanti, sorprendendoli, sgomentandoli. Incrementarono la loro inclinazione al consumismo, creando nuove esigenze commerciali. Essi rappresentavano un invito per i passanti a entrare nei locali e nelle sale cinematografiche. La figura centrale dei poster raffigurava sempre la donna, che pubblicizzava sia gioielli sia meraviglie tecnologiche. La grafica pubblicitaria in tal modo si guadagnò il suo posto nelle belle arti. L’arte ungherese dei poster raggiunse una notorietà internazionale. I vari stili che spaziarono dallo storicismo al costruttivismo (accademismo, art nouveau, art déco, cubismo) convissero serenamente. Negli anni Trenta, i poster turistici con contorni nazionali, quali degni sequel dei manifesti balneari di inizio secolo, ebbero progressivamente un ruolo maggiore. Anche lo stesso Stato prestò maggiore attenzione al turismo. Negli anni antecedenti alla Seconda guerra mondiale, in virtù della recessione economica, il numero di manifesti commerciali ben riusciti registrò un netto calo, cedendo lo spazio ai poster di carattere politico.
Questa mostra, che comprende 28 poster, intende avvicinare la gente di oggi ai manifesti di una volta, cercando di rievocare quelle atmosfere.