Fino al 30 novembre, il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ospita una nuova ed affascinante incursione nella fotografia per raccontare il presente: Kene/Spazio, progetto ideato da Mohamed Keita, promosso da Fondazione Pianoterra Onlus e curato da Sara Alberani, che unisce diverse città italiane, infatti giunge a Napoli dopo la tappa presso il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato per poi proseguire a Roma e a Milano. Kene ha vinto la sezione italiana del contest fotografico “Focus Philantropy”, promosso in Italia da Assifero e Acri e coordinato a livello europeo dalla rete DAFNE.
La mostra nasce da un particolare viaggio umano ed artistico: il fotografo ventiseienne Mohamed Keita proviene dalla Costa d’Avorio ed arriva nel 2010 a Roma, come rifugiato politico. L’incontro con la fotografia rappresenta una svolta, divenendo presto una professione, che Keita decide di condividere con gli altri: l’arte si configura, infatti, come strumento di ricerca urbana e mezzo di trasformazione sociale. Nasce così Kene (in Mandingo significa Spazio), un vero e proprio progetto di vita e conoscenza, che riporta Keita a Bamako (Mali), con l’obiettivo di creare uno spazio dove i ragazzi possano imparare la fotografia: da qui i presupposti per valorizzare nuove forme di apprendimento e crescita culturale.
Il racconto di Kene comprende cinque fotografie di Mohamed Keida e circa 50 immagini realizzate dai suoi giovani studenti in Mali; presente anche una documentazione per immagini di quanto realizzato nei laboratori e momenti didattici in Africa.
Con i suoi progetti fotografici Mohamed Keita ha ormai acquisito notorietà internazionale: suoi scatti sono stati esposti nell’ambito della XIV edizione di FotoGrafia festival internazionale di Roma, a Londra, all’Istituto Italiano di Cultura e presso Palazzo Querini, nella mostra Rothko in Lampedusa, in occasione della 58. Biennale Arte di Venezia.
La mostra permette di riflettere sull’attualità e non soltanto su quanto fatto sinora: i mesi della primavera ed estate sono stati particolarmente turbolenti per il Mali, colpito come il resto del mondo dagli effetti della pandemia di Covid-19. In questo periodo il centro Kene, nato nell’estate 2017 nel quartiere di Kanadjiguila a Bamako, ha proseguito le attività senza interruzioni, adottando tutte le misure possibili per contenere il rischio di eventuali contagi.
Come per la tappa pratese, il progetto è accompagnato da un ciclo di laboratori nelle scuole e nei centri educativi per i giovani del territorio. Il tema dell’educazione è importantissimo nella ricerca e nell’etica di Mohamed Keita; Kene è infatti un progetto nato nella migrazione, intesa come spazio simbolico interstiziale che varca confini e frontiere e si muove in diverse direzioni: dall’Africa all’Italia, dall’Italia all’Africa, da un paese all’altro dell’Africa (dal Mali al Kenya, dove si svolge un altro laboratorio nell’ambito del progetto KENE), da una città all’altra in Italia.
La mostra è accompagnata da un libro Kene. Mohamed Keita, che contiene le immagini che sottolineano il percorso di partecipazione e auto narrazione del progetto; il volume comprende anche i testi di Sara Alberani, Alessia Bulgari, Marco Delogu, Mohamed Keita, Yves Lègal, Cristiana Perrella, Alessandro Triulzi, Dagmawi Yimer.