Quayola. Ultima perfezione


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La Fondazione Modena Arti Visive promuove e produce, in collaborazione con la galleria Marignana Arte di Venezia, la mostra “Ultima perfezione”, personale dedicata a Quayola (Roma, 1982), realizzata a cura di Daniele De Luigi
, esposta fino al 10 gennaio 2021 nelle Sale superiori di Palazzo Santa Margherita, a Modena.

La mostra ruota attorno all’idea di perfezione e al suo significato nella storia dell’arte occidentale e, per ottenere questa perfezione, Quayola ripercorre capolavori classici, moderni e barocchi applicandovi algoritmi che vanno alla ricerca di questi canoni, rimettendo in discussione principi fondamentali dell’attività artistica. Le regole codificate dalla storiografia e dalla critica vengono reindirizzate in set di informazioni, tracce che tuttavia, nella lettura della macchina, assumono una valenza inedita e originano nuovi codici estetici.

Quayola – Iconographies #20-07: Tiger Hunt after Rubens, 2014 – Stampa digitale montata su alluminio, 177×120 cm – Dalla serie Iconographies #20: Tiger Hunt after Rubens

In mostra sono presenti una video-installazione e quattro serie di lavori, due delle quali prodotte per l’occasione: una sequenza di sculture e un ciclo di opere su carta, alcune delle quali entreranno a fare parte delle collezioni del disegno gestite da Fondazione Modena Arti Visive.

Nella prima sala, è esposto da “Pluto and Proserpina”: una sequenza di sculture tratte dall’installazione performativa “Sculpture Factory”, una ricerca sulla scultura classica ispirata alla tecnica del “non-finito” di Michelangelo e realizzata con mezzi robotici. Le opere in mostra si ispirano al noto capolavoro barocco del Bernini “Ratto di Proserpina” (1621-1622): sono alcune delle infinite variazioni operate da un robot industriale, cui l’artista ha assegnato il compito di esplorare possibili simulazioni che portano alla realizzazione della figura.

Accanto alle sculture, sono presenti alcune stampe tratte dalla serie “Iconographies”, un progetto incentrato sull’analisi di celebri opere della grande tradizione pittorica rinascimentale e barocca tramite metodi computazionali. Le scene religiose o mitologiche, in questo caso la Caccia alla tigre dipinta da Pieter Paul Rubens nel 1616, vengono lette attraverso sistemi di computer vision, i quali individuano determinate aree di interesse nell’immagine, sulla base di parametri forniti dall’artista, quali colore, luce, densità cromatica. Le immagini si trasformano così in composizioni astratte, che mantengono tuttavia un livello di familiarità con la figurazione. In “Iconographies #20”: “Tiger Hunt after Rubens”, il completo distacco dalla narrazione storica, ottenuta attraverso la codifica computerizzata, consente al capolavoro fiammingo di acquisire una nuova autenticità, favorendone la riscoperta.

Sempre dalla pittura di Rubens, questa volta la Deposizione dalla croce conservata al Palais des Beaux- Arts di Lille, ha origine il dittico video “Strata #4” allestito nella seconda sala. Strata è un ciclo di videoinstallazioni che, attraverso analoghi processi computazionali, traduce dipinti, affreschi barocchi e vetrate gotiche in inedite astrazioni. Il software rilegge le immagini secondo i parametri dati da Quayola, restituendo immagini che appaiono così destrutturate nelle loro componenti primarie, svelando le regole compositive e dando vita a una potente metafora della storia intesa come accumulazione e sedimentazione, piuttosto che come processo lineare.

Nell’ambiente seguente è presente “Adoration after Botticelli”, opera composta da 10 stampe dedicata all’Adorazione dei Magi del maestro fiorentino. Pur appartenendo anch’essa alla serie “Iconographies”, qui Quayola evita ogni figurazione per concentrarsi sul rapporto tra testo e immagine.

La mostra si conclude con dieci nuove incisioni, parte anch’esse della serie “Iconographies”, che analizzano il motivo iconografico di “Giuditta e Oloferne”. La sperimentazione di infinite possibilità è il cuore della pratica di Quayola, che presenta dunque un forte legame con il concetto di iconografia, ossia un tema indagato in tante varianti da diverse menti creative.

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