Mario Cresci. La luce, la traccia, la forma


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Alla Fondazione Modena Arti Visive, nella Sala grande di Palazzo Santa Margherita, fino al 10 gennaio 2021 è allestita la personale di Mario Cresci (Chiavari, 1942), è realizzata in collaborazione con le Gallerie Estensi e a cura di Chiara Dall’Olio. Per l’occasione l’artista ha ideato, all’interno della sede espositiva un allestimento composto da opere realizzate con linguaggi differenti e tecniche sperimentali, che da sempre connotano la sua cifra stilistica.

Mario Cresci – Dalla serie Rivelati, Roma 2010- Bergamo 2020 – Stampa Giclée Fine Art, 39 x 48 cm © Mario Cresci, Courtesy Istituto Centrale per la Grafica, Roma – (da L. Calamatta, “La Madonna della seggiola di Raffaello”, 1863)

In occasione della mostra, l’artista riprende un lavoro fatto nel 2011 per l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, che si focalizzava in parte sui segni incisi da Giovanni Battista Piranesi, Annibale Carracci e Luigi Calamatta, analizzati attraverso opere video e scatti fotografici capaci di disvelarne la matericità nel rapporto con la lastra di rame. In mostra, Cresci espone i “Rivelati” (Roma 2010), tre inclinazioni diverse della lastra che rivelano tre “diverse” immagini modificate dalla luce della “Madonna della Seggiola” di Raffaello, incisa al bulino da Calamatta nel 1863. Integra la serie con macro prelievi estratti dalle fotografie (realizzate ad hoc da Alfredo Corrao all’inizio 2020) delle lastre dei tre incisori. Queste elaborazioni di Cresci manifestano la loro natura di opere d’arte autonome generando, attraverso tracce e segni, altre opere, utilizzando riproduzioni di riproduzioni della realtà, in un continuo circolo interpretativo e creativo. Nel video “Tre focus su Piranesi” (Roma 2011-Bergamo 2020), l’artista ha invece operato per sottrazione isolando, a partire da una macrofotografia, i solchi del bulino incisi da Piranesi intorno al 1745 sulle lastre di rame dalla serie “Le Carceri”. Cresci trasforma i segni incisi in segni luminosi in movimento che si sommano ridefinendo il disegno originario, operando così un’analisi della percezione visiva attraverso i suoi componenti elementari: le linee.

Al centro dello spazio espositivo, la grande teca retroilluminata contiene l’opera Alterazione del quadrato, dalla serie “Geometria non euclidea” (Venezia, 1964), sequenza di immagini su pellicola auto-positiva, dove la riflessione di Cresci si concentra sullo spostamento del punto di vista, sull’esperienza della percezione e sulla sua ambiguità, e lo fa ricorrendo ancora una volta alla geometria, struttura elementare dell’analisi, punto di partenza di molti dei suoi lavori.

Tra le opere in mostra è significativo anche il dittico “Autoritratto”, dalla serie “Attraverso la traccia” (Bergamo, 2010) realizzato usando la superficie specchiante del retro di un grande rame che, modificata dall’ossidazione del tempo, restituisce un’immagine alterata della figura.

Anche quest’anno Mario Cresci svolgerà il ruolo di docente del Master sull’immagine contemporanea della Scuola di alta formazione di Fondazione Modena Arti Visive, progettato per formare giovani talenti artistici, i quali hanno l’opportunità straordinaria di confrontarsi con i grandi artisti italiani e internazionali protagonisti del programma espositivo di FMAV, che accompagnano gli studenti nella ricerca e sperimentazione di nuovi approcci, linguaggi e progetti.

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