L’ultimo romantico. Luigi Magnani il signore della Villa dei Capolavori


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“L’ultimo romantico” è un progetto espositivo ideato per rendere omaggio al fondatore della Fondazione Magnani-Rocca, Luigi Magnani (1906-1984), con una mostra di opere della sua collezione allestita, fino al 13 dicembre, nella sede stessa della Fondazione a Mamiano di Traversetolo, Parma, definita “Villa dei Capolavori”, dimora del collezionista ed ora Museo.

Luigi Magnani fu uno dei massimi collezionisti di opere d’arte al mondo, nella sua casa delle meraviglie realizzò un vero Pantheon dei grandi artisti di ogni epoca, un tempio che si andò animando lentamente con l’acquisizione di dipinti e arredi unici, dai Morandi e i fondi oro degli inizi, poi il Tiziano, il Goya, fino al Monet, ai Renoir e al Canova.

Giorgio de Chirico, Orfeo solitario, 1973, olio su tela cm81,3×62,2

Questa mostra è composta da oltre cento opere provenienti da vari Musei e Collezioni e intende raccontare, in parallelo alla sua Raccolta d’arte permanente, allestita nei saloni storici della Villa, la figura di Luigi Magnani, che amava il dialogo tra la pittura, la musica, la letteratura. Intellettuale di primo piano nella cultura italiana del Novecento, nonché frequentatore dei più esclusivi salotti del suo tempo, fu tra i fondatori di Italia Nostra.

La mostra è realizzata a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera e presenta dipinti, ritratti, autoritratti e documenti autografi dei celeberrimi artisti, critici, musicisti, letterati, registi, aristocratici, capitani d’industria frequentati da Magnani: da Bernard Berenson a Margaret, sorella della regina d’Inghilterra, da Eugenio Montale allo stesso Giorgio Morandi. Inoltre, sono compresi omaggi pittorici alla passione per la musica di Magnani, resi dai più grandi artisti italiani del Novecento, da Severini a de Chirico a Guttuso a Pistoletto; importanti strumenti musicali antichi; i segreti della Villa, svelati eccezionalmente al pubblico. Infine, il sogno di altri ‘capolavori assoluti’ inseguiti da Magnani ma non conquistati, che in occasione della mostra hanno raggiunto la Villa dei Capolavori e sono ora esposti. Il primo grande sogno realizzato è il celeberrimo dipinto “Il cavaliere in rosa” di Giovan Battista Moroni, capolavoro cinquecentesco, gemma di Palazzo Moroni a Bergamo.

Nella Villa si è realizzato un “museo dell’anima” in cui quadri dei grandi maestri del passato, degni dei più importanti musei del mondo sono accanto ad arredi del primo Ottocento.

È qui esposto il grande quadro di Francisco Goya “La famiglia dell’infante don Luis” (1783-1784), forse il ritratto di corte più rivoluzionario di tutta la storia della pittura. Eccezionali sono anche le tre “Madonne col Bambino” di Filippo Lippi, Albrecht Dürer, Domenico Beccafumi, dipinte a cinquant’anni l’una dall’altra; altre opere imperdibili sono il Ghirlandaio, il Carpaccio, il Rubens, il Van Dyck, i Tiepolo, il Füssli, ma unici sono il preziosissimo “Stimmate di San Francesco” di Gentile da Fabriano e “Sacra conversazione” di Tiziano (1513). La magnificenza dei capolavori pittorici si traduce in scultura nella “Tersicore” di Canova e nelle due figure femminili di Bartolini.

Il nucleo contemporaneo è dominato dalle ben cinquanta opere di Giorgio Morandi e un gruppo di dipinti di Filippo de Pisis. Tra le altre opere di artisti italiani spiccano una stupefacente “Danseuse” futurista di Gino Severini, una piazza metafisica di Giorgio de Chirico, alcuni lavori di Renato Guttuso e considerevoli sculture di Giacomo Manzù e Leoncillo. Importantissimo anche il “Sacco” di Alberto Burri del 1954, che Magnani considerava il proprio baluardo avanguardistico. Fra i non italiani, la Villa ospita l’unica sala di opere di Paul Cézanne in Italia; poi il paesaggio marino di Claude Monet e opere di Renoir, Matisse, de Staël, Fautrier, Hartung.

Silvana Editoriale ha pubblicato il catalogo della mostra, a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera,

con saggi e testi di: Luigi Magnani, Mariolina Bertini, Giovanna Bonasegale, Mauro Carrera, Fabrizio Clerici, Carlo Mambriani, Gian Paolo Minardi, Stefano Roffi, Alberto Savinio, Vittorio Sgarbi.

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