Palazzo Grassi di Venezia presenta, fino al 10 gennaio 2021, la prima grande retrospettiva di Youssef Nabil Nabil (Il Cairo, 1972), artista egiziano le cui opere spaziano tra fotografia, pittura, video e installazioni. Il progetto, curato da Matthieu Humery e Jean-Jacques Aillagon, riunisce più di 120 opere che ripercorrono l’intera carriera dell’artista.
Il titolo, “Once Upon a Dream”, evoca sia la trama narrativa della mostra sia il carattere onirico di un viaggio ispirato a una fuga fantastica. Vagamente nostalgiche, le immagini senza tempo di Youssef Nabil ci conducono verso una realtà lontana: le fotografie dipingono un Egitto leggendario che sta svanendo, evocando i problemi che oggi affronta il Medio Oriente. La sovrapposizione di diversi livelli di lettura e il gioco tra descrizione, simbolismo e astrazione rappresentano la ricchezza del lavoro di Youssef Nabil, che attraversa poeticamente la sua carriera come in un diario privato.
Affascinato dal cinema sin da piccolo, Youssef Nabil si lascia appassionare dai grandi personaggi dei film egiziani e in seguito dalle star internazionali. Da allora decide di usare la fotografia come mezzo per immortalare, secondo una sua personale visione, le star di un suo pantheon ideale. Le sue fotografie in bianco e nero sono dipinte a mano, una tecnica fotografica tradizionale che veniva ampiamente utilizzata per i ritratti di famiglia e per le locandine dei film che coloravano le strade de Il Cairo. Ancora in voga in Egitto tra gli anni Settanta e Ottanta, questa tecnica viene perfezionata da Youssef Nabil grazie agli ultimi ritoccatori degli studi de Il Cairo e di Alessandria.
Proposta come una narrazione, “Once Upon a Dream” è un racconto di iniziazione, tra fantasia e realtà, dove ciascuna tematica affrontata ha una valenza universale e allo stesso tempo individuale. La ricerca dei reperti identitari, le preoccupazioni ideologiche, sociali e politiche dei nostri giorni, la malinconia di un passato ormai lontano: sono tante le tematiche che toccano ciascuno di noi e che Youssef Nabil mette in luce nelle sue fotografie. Ognuna delle sezioni tematiche di cui è composto il percorso espositivo presenta opere realizzate all’inizio della carriera insieme a lavori più recenti.
“Once Upon a Dream” espone inoltre la produzione filmografica dell’artista con la proiezione delle sue tre creazioni: Arabian Happy Ending, I Saved My Belly Dancer e You Never Left. Nonostante lo sguardo offerto sull’intera carriera di Nabil, la mostra non vuole essere una semplice monografia, ma cede la parola all’artista per svelare una visione profonda delle sue aspirazioni e del suo coinvolgimento nel mondo dell’arte del XXI secolo.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo in tre lingue pubblicato in coedizione con Marsilio Editori, Venezia, e Palazzo Grassi – Punta della Dogana e include il testo di Linda Komaroff, curatrice e responsabile del Dipartimento di Arte del Medio Oriente del museo LACMA di Los Angeles, e l’intervista dello scrittore André Aciman e dell’artista Youssef Nabil.