Forma/Informe. La fase non-oggettiva nella fotografia Italiana 1935-1958


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La mostra “Forma /Informe” è allestita, fino al 27 settembre, negli spazi della Wunderkammer della GAM di Torino, è dedicata alla nascita della fotografia non-oggettiva e informale in Italia e si compone una selezione di 50 stampe vintage e originali in gran parte inedite di 7 grandi fotografi, provenienti da importanti archivi italiani e da prestigiose collezioni d’arte internazionali e 23 rare pubblicazioni. Essa è frutto di una originale indagine sulla fotografia sperimentale italiana dalla metà degli anni trenta alla fine degli anni cinquanta del Novecento, curata da Antonella Russo, storica e teorica della fotografia.

La si può definire come “Un viaggio al termine della forma” della fotografia italiana del dopoguerra, partendo dalle indagini sul luminismo fotografico di Giuseppe Cavalli (1904-1961) e dalla sperimentazione di Luigi Veronesi (1908- 1998), per poi passare a  considerare la  fase più compiuta dell’immagine non oggettiva con il grafismo ottico  di Franco Grignani (1908-1999), le cosmografie cromatiche di Pasquale De Antonis (1908-2001), la pioneristica ricerca sul materico di Piergiorgio Branzi (1928), fino a esaminare una serie di “scomposizioni” di Paolo Monti (1908-1982) e di Nino Migliori (1926), considerato oggi il protagonista indiscusso dell’informale fotografico empatico del secondo dopoguerra.

Il percorso parte dai lavori di Giuseppe Cavalli con “Pallina” (1949), “Muretto” (1950): immagini dai toni alti, che colgono la valenza plastica delle cose e il “ritmo palpitante” negli oggetti.

Pittore, grafico, scenografo e fotografo, Luigi Veronesi nella sua lunga carriera produce immagini di accoppiamenti di positivo-negativo, inversioni tonali, sovraimpressione e immagini solarizzate. Tra queste “Le stelle dalla mia finestra” (1940), immagine di un cielo senza luna attraversato da scie luminose e puntini bianchi, reso con graffiature che alternano il bianco e nero e grigio che danno movimento alla fotografia.

Franco Grignani, pittore e fotografo autodidatta e graphic designer, mette la fotografia a servizio della grafica con esperimenti di esposizioni multiple e sovrapposizioni di diversi negativi. A fine anni quaranta affina la sua ricerca moltiplicando le sue sperimentazioni: nascono così le “dissonanze percettive”  le “vibrazioni visive”, le “rotazioni formali” e le “tensioni visive”.

Del grande fotografo umanista Piergiorgio Branzi sono esposti scatti inediti della serie “Montmartre” (1954), vedute urbane del quartiere parigino ancora sconvolto dalle ferite della guerra, insieme a “Mykonos” (1957), che descrive la struttura e la materia stessa del paesaggio.

Paolo Monti, uno dei protagonisti più autorevoli della fotografia italiana, dedica buona parte della sua ricerca alla fotografia “astratta”.

Pasquale De Antonis elabora una sua personale e particolare tecnica basata sull’utilizzo di più fonti luminose filtrate da uno schermo cartaceo forato in più punti, e in seguito perfeziona queste prime esperienze spingendosi a fissare direttamente sulla carta sensibile le mille forme che andavano assumendo gocce e liquidi oleosi o inchiostri densi versati su una lastra di vetro retroilluminata.

Nino Migliori ha iniziato a fine anni Quaranta lavorando in una minuscola camera oscura allestita in un angolo della cucina di casa, facendo uso di acidi per lo sviluppo e fissaggio applicati su ritagli di carta, perché un foglio intero era troppo prezioso. La carta veniva cosparsa di liquido di sviluppo e poi esposta alla luce artificiale, o solare o di una fiamma. Migliori denominò questo procedimento Ossidazioni. Altre esperienze, i Pirogrammi, sono ricavate da registrazioni di piccole bruciature inferte alla pellicola con una punta riscaldata o esposte a una fiamma, mentre gli Idrogrammi fissano tracce di gocce di acqua o liquidi schiumosi applicati sul lastrino dell’ingranditore.

La mostra è corredata da un catalogo bilingue, italiano e inglese, curato da Antonella Russo ed edito da Silvana Editoriale, include 60 immagini, comprese le riproduzioni di tutte le fotografie esposte, una cronologia ragionata delle principali mostre, pubblicazioni ed eventi fotografici dell’epoca, saggio teorico e appartati biografici.

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