La mostra monografica dedicata a Raffaello e allestita alle Scuderie del Quirinale a Roma, è stata programmata per celebrare i cinquecento anni dalla morte del Maestro urbinate, avvenuta il 6 aprile 1520 a soli 37 anni d’età, e presenta oltre duecento capolavori tra dipinti, disegni ed opere di confronto. Sarebbe dovuta durare fino all’inizio di giugno, ma a causa della pandemia è rimasta chiusa fino a questo momento, visitabile solo online, e la data del termine è stata prorogata al 30 agosto.
La mostra, che nel titolo reca le date di morte e di nascita, è promossa dalle stesse Scuderie del Quirinale e dalle Gallerie degli Uffizi, in collaborazione con Galleria Borghese, Musei Vaticani e PARCO ed è curata da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro.
Il punto di arrivo di Raffaello, ovvero Roma e la sua morte, è il punto di partenza della mostra. Infatti, l’esposizione inizia con una ricostruzione in scala pressoché naturale della tomba di Raffaello il cui originale è custodito al Pantheon. Partendo dagli anni romani, il percorso espositivo va indietro nel tempo agli anni fiorentini e poi agli anni umbri, fino ad arrivare alla prima gioventù dell’urbinate.
L’esposizione racconta con ricchezza di dettagli tutto il suo complesso e articolato percorso creativo attraverso un vasto corpus di opere, per la prima volta esposte tutte insieme e dislocate in dieci sale.
Attenzione particolare viene data alla Lettera che Raffaello Sanzio scrisse insieme a Baldassarre Castiglione nel 1519 circa, indirizzata a Leone X, sul tema della protezione e conservazione della vestigia di Roma antica.
Sono molte le istituzioni coinvolte che hanno contribuito ad arricchire la rassegna con capolavori dalle loro collezioni: tra queste, in Italia, la Galleria Borghese, le Gallerie Nazionali d’Arte Antica, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Fondazione Brescia Musei, e all’estero, oltre ai Musei Vaticani, il Louvre, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado, la National Gallery of Art di Washington, l’Albertina di Vienna, il British Museum, la Royal Collection, l’Ashmolean Museum di Oxford, il Musée des Beaux-Arts di Lille.
Tra le oltre 200 opere, tra dipinti, cartoni, disegni, arazzi, progetti architettonici e lettere dello stesso artista rinascimentale ai quali si affiancano circa altrettante opere tra sculture e manufatti antichi, documenti e codici dipinti, ci sono la celebre “Madonna del Granduca” e la “Velata” (delle Gallerie) o la grande pala di “Santa Cecilia” (dalla Pinacoteca di Bologna); opere mai tornate in Italia come la “Madonna Alba” (dalla National Gallery di Washington) o la “Madonna della Rosa” (dal Prado) o la “Madonna Tempi” (dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera); e ancora dipinti iconici come il “Ritratto di Baldassarre Castiglione” e “L’autoritratto con amico” (dal Louvre). E per la prima volta nello stesso luogo i ritratti dei due papi che resero grande Raffaello durante il soggiorno romano (dal 1509-1520).
Si tratta di una mostra che, attraverso le opere del genio di Raffaello, vuole trasmettere il suo messaggio, che era prima di tutto un messaggio di pace, dove il dialogo era l’elemento essenziale, per un artista attento a studiare meticolosamente il passato per comprendere il presente e progettare il futuro.