Pinguini al museo


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Più che una graduale ripresa delle attività sembra un timido riaffaccio al mondo e alla società, con ancora qualche timore e molta, molta prudenza sapendo che quanto ci lasciamo alle spalle non lo dimenticheremo mai perché ha segnato profondamente la nostra vita e, forse, anche il nostro essere e il nostro modo di pianificare il futuro. Registriamo che anche nel campo dell’arte, purtroppo, ci sono molte realtà che si arrendono, non riaprono, chiudono il loro ciclo storico per motivi diversi e sicuramente non solo economici. Questa pandemia ha attivato qualcosa in ognuno di noi, una filosofia personale ai più sconosciuta fino a qualche mese fa, ma che ha indotto a produrre ragionamenti che nel marasma frenetico di “prima” non era udibile e nel silenzio forzato domestico, nella meditazione che da sola si è imposta col fermo-immagine è esplosa portando effetti positivi e negativi. E quando qualcuno si arrende è sempre una tristezza.

Pinguini in visita al Nelson-Atkins Museum di Kansas City

Dove prevalgono gli effetti positivi e si riparte, o si attende sulla linea di partenza il proprio turno metabolizzando nuovi fremiti di speranza, si percepisce un rinnovato entusiasmo. Sono molti i musei italiani e le gallerie pubbliche e private che hanno già tolto i lucchetti ai loro ingressi e sono pure numerose le persone che hanno ripreso le loro visite, mantenendo nei ricordi la commovente immagine dei tre fratellini pinguini in visita solitaria al Nelson-Atkins Museum di Kansas City, per nulla preoccupati per il coronavirus ma increduli e circospetti per tanta solitudine.

In questo panorama di rinascita abbiamo la possibilità di visitare fisicamente alcune mostre che abbiamo visto virtualmente, privandoci, è ovvio, di molte emozioni e che temevamo di perdere per la già prevista loro data del termine, come, per esempio, a Roma Raffaello alle Scuderie del Quirinale e Caravaggio a Palazzo Caffarelli le cui date di chiusura sono state posticipate. Così per molte altre su tutto il territorio italiano.

Una dolcissima curiosità: i pinguini sono Bubbles, (cinque anni), Maggie (sette anni) e Berkley (otto anni), scelti nello zoo locale per fare loro un giro nelle sale del museo, nelle condizioni massima sicurezza, sia per gli animali che per le opere custodite. Gli inconsueti visitatori sembra che siano stati attratti in particolare dalle opere di Monet e che si siano soffermati a gustarsi ancora più a lungo le opere di Caravaggio con la capacità di attardarsi sui dipinti e meravigliarsi, come afferma Julián Zugazagoitia, direttore del museo.

Anche da queste pagine riprenderà l’informazione sugli eventi culturali e sulle mostre, auspicando che la pausa forzata abbia corroborato tutti nella determinazione a investire più energie sulla cultura, sperando che l’attenzione, la solidarietà, il desiderio di migliorare da parte di tutti, in particolare degli Enti pubblici, non si spengano come candele consumate e non siano state solo promesse sterili in questo periodo di fermo involontario.

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