Ai Magazzini del Sale di Venezia, fino al 15 aprile è esposta la mostra personale di Italo Rondinella “Shipwreck Crime” realizzata a cura di Anna Lucia Colleo con il contributo di Elisa Muliere, con il patrocinio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), di UNICEF Italia, Regione del Veneto, Comune di Venezia, Università Ca’ Foscari (Dip. di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea), Ateneo Veneto.
In mostra è esposta una serie di oggetti personali appartenuti alle centinaia di persone che, nella speranza di raggiungere il territorio europeo, hanno tentato di attraversare il breve tratto di mare che separa la costa turca dall’isola greca di Lesbo. Molti di loro non ce l’hanno fatta.
Gli oggetti, abiti, scarpe, biberon, salvagenti e molto altro, sono stati fotografati dall’autore così come rinvenuti sulla riva e successivamente raccolti per formare parte, insieme alle immagini, il corpus di questa mostra che ha lo scopo di restituire dignità alle storie anonime di coloro a cui sono appartenuti.
All’interno del percorso espositivo, composto da 44 fotografie e 44 i rispettivi oggetti, è inoltre presente un contributo narrativo di Anna Lucia Colleo.
Il progetto è stato realizzato a più di due anni di distanza da quando il flusso migratorio dalla Turchia all’Europa ha conosciuto il suo picco più alto.
In quel tratto di costa turca tra Babakale e Ayvalık si alternano a singhiozzo spiagge frequentate da vacanzieri a tratti vuoti, dove sono stati trovati gli oggetti dei naufraghi. Al fine di rappresentare queste due realtà parallele, l’autore ha incluso negli spazi di mostra il sonoro della spiaggia frequentata dai bagnanti, appositamente registrato dal vivo.
Il solco emotivo che separa queste due realtà sul medesimo palcoscenico – la spiaggia – esprime secondo l’autore una metafora della rappresentazione mediatica della vicenda umana dei migranti che perde la sua naturale dimensione compassionevole per diventare mera descrizione di un fenomeno.
Italo Rondinella è un fotografo e filmmaker italiano da anni residente in Turchia.
Nel suo lavoro, alterna l’impegno giornalistico, attraverso la produzione di reportage fotografici e video documentari, a una ricerca più personale. In entrambi i casi, i temi trattati hanno prevalentemente a che vedere con i conflitti del mondo globale contemporaneo, le sfide a essi connesse e i conseguenti cambiamenti sociali e politici.